Antoine Doinel corre verso il mare, che non ha mai visto, ha i piedi sulla battigia, bagnati dalle onde. Il riformatorio è lontano, lo sono anche i genitori e l’amico del cuore René. Antoine d’improvviso si volta verso la macchina da presa. Fine. Si chiude così il capolavoro d’esordio di Francois Truffaut “I 400 colpi”, consegnando alla memoria collettiva l’immagine di un bambino d’improvviso adulto eppure mai cresciuto. Uno dei finali cinematografici più celebri e, ora, grazie al lavoro di Simone Massi, anche manifesto della 71 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il festival più antico del mondo diretto da Alberto Barbera prenderà il via il 27 agosto e si concluderà con l’assegnazione del Leone d’Oro il prossimo 6 settembre. 9 giorni di anteprime, rumorose conferenze stampa, sicure polemiche, flash e interminabili photo call, divi sulle acque e affollati red carpet.
La giuria di quest’anno, presieduta per la prima volta da un compositore di musiche per film, il pluripremiato Alexandre Desplat (The Queen, Il curioso caso di Benjamin Button, Il discorso del re, Argo, Philomena), sarà composta da Joan Chen, attrice e regista cinese; Philip Gröning, Premio Speciale della Giuria nel 2013 per “La moglie del poliziotto”; Jessica Hausner, regista austriaca; la scrittrice americana, vincitrice del premio Pulitzer, Jhumpa Lahiri; Sandy Powell, costumista inglese premio Oscar per “Shakespeare in Love” di John Madden, “The Aviator” di Martin Scorsese e “The Young Victoria” di Jean-Marc Vallée; l’attore inglese Tim Roth; la regista palestinese Elia Suleiman e, infine, il nostro Carlo Verdone, che quest’anno riceverà il prestigioso Premio Robert Bresson.
Ad aprire la kermesse sarà il film di Alejandro Gonzalez Iñarritu, “Birdman (or the Unexpected Virtue of Ignorance)”, black comedy con Michael Keaton, Edward Norton, Emma Stone e Zach Galifianakis, sulla vita di un attore in declino alle prese con la famiglia, il proprio ego smisurato e l’occasione di una vita. Da un racconto di Raymond Carver, con la fotografia del premio Oscar per Gravity Emmanuel Lubezk.
Non mancherà il cinema italiano d’autore, trionfatore lo scorso anno con Sacro GRA, a partire dai film in concorso: “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, dramma familiare con Alba Rohrwacher e Adam Driver, “Il giovane favoloso” di Mario Martone con Elio Germano nei panni di un giovane e malinconico Giacomo Leopardi, “Anime Nere” di Francesco Munzi con Marco Leonardi e Barbara Bobulova, storia sul male e sul destino. Fuori concorso, invece, c’è grande attesa per la pellicola di Sabina Guzzanti, “La trattativa”, sulla trattativa Stato-Mafia che condusse alla “stagione delle bombe” tra il 1992 e il 1993 – siamo certi non lascerà indifferenti. Altro titolo della Selezione Ufficiale è “La zuppa del demonio” (espressione usata da Dino Buzzati a commento di un documentario industriale del 1964), il documentario di Davide Ferrario sull’utopia del progresso dal boom economico in un paese che ha conosciuto il genio di Olivetti e gli ecomostri. C’è poi il thriller “Perez” di Edoardo De Angelis con Luca Zingaretti e il volto di Gomorra, Marco D’Amore e il documentario dal basso “Italy in A Day” di Gabriele Salvatores, uno sguardo sull’Italia fatto da italiani comuni, che hanno preso parte al progetto lo scorso 26 ottobre, raccontando paure, ambizioni, sogni.
E l’Italia è protagonista anche nella pellicola in concorso di Abel Ferrara, “Pasolini”, con Willem Dafoe, Valerio Mastandrea, Ninetto Davoli e Salvatore Ruocco. La notte del 2 novembre 1975 ad Ostia viene ritrovato il cadavere di Pier Paolo Pasolini. Muore in circostanze mai del tutto chiarite l’ultimo intellettuale italiano. Un omaggio sincero con un cast di prima grandezza.
Il 29 agosto tutti gli occhi saranno puntati sull’arrivo al Lido di Al Pacino, protagonista di ben due film, “Manglehorn” di David Gordon Green e, fuori concorso, “The Humbling” di Berry Levinson con Dianne Wiest e lo stesso Levinson.
Seguirà sul red carpet il bel faccione di James Franco, re indiscusso del selfie, ma soprattutto attore e regista di “The Sound and the Fury” adattamento del romanzo di William Faulkner presentato fuori concorso, a cui sarà assegnato il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014 per il cinema contemporaneo. Questa la motivazione di Barbera: “James Franco è uno degli autori più versatili e poliedrici della nuova scena americana: attore cinematografico e teatrale, regista, sceneggiatore, produttore, star disoap opera, videoartista e molto altro ancora. Una ‘fabbrica’ d’immaginario culturale che non conosce soste. L’adattamento di romanzi classici della grande letteratura americana, come nel nuovo film tratto da Faulkner presentato a Venezia, è il filo rosso di un lavoro creativo caratterizzato da arditezza, limpidità, coraggio e sicurezza. Valori capaci di trasformare la sue verve onnivora in un’ipotesi di performance art totale, alla cui base ci sono grande curiosità e intelligenza.”
Un’altra diva ad essere premiata sarà Frances McDormand a cui sarà assegnato il Persol Tribute to Visionary Talent Award 2014. L’attrice statunitense presenterà a Venezia la miniserie in quattro puntate, “Olive Kitteridge”, adattamento dell’omonima novella vincitrice del Premio Pulitzer di Elizabeth Strout. Anche per lei Alberto Barbera ha speso parole entusiastiche: “L’originalità e la grandezza del talento di Frances McDormand sono ben rappresentate da Olive Kitteridge, un progetto che lei stessa ha iniziato, opzionando i diritti del romanzo di Elizabeth Strout, e di cui è anche produttore esecutivo. Un’altra grande incarnazione della sua visione, alla quale rendiamo omaggio con questo premio. Dalla lunga esperienza in teatro, al cinema e alla televisione, condotta sempre all’insegna della ricerca della verità, la carriera di Frances McDormand non è solo il percorso di una straordinaria attrice, ma riflette una visione coerente dell’arte e del mondo, spesso in un felice e consapevole contrasto con il sistema di valori oggi dominante.”
Sarà un’edizione ricca, eterogenea con nomi altisonanti, come Peter Bogdanovich, Viggo Mortensen, Lars Von Trier, Amos Gitai, ma mai come quest’anno così “italiana”.
Siamo ansiosi di tuffarci, proprio come il giovane Antoine, timorosi e pieni di speranze. E allora, che vinca il migliore!
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Chiara Ribaldo