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Angela Lansbury, She wrote

Angela Lansubry

Prima di firmare il contratto con la Universal Television per quello che fu il suo più grande
successo mondiale, Murder, She wrote o, nella sua versione italiana, La Signora in giallo,
Angela Lansbury richiese espressamente che in nessuno episodio il personaggio di Jessica
Fletcher
venisse coinvolta in scene violente o sanguinose e che, dettaglio ancora più curioso,
non ci fossero incidenti stradali o macchine distrutte. E così fu, in tutti i 263 episodi, andati in
onda dal 1984 al 1996, Angela resta candida nelle sue camice di seta, sempre perfettamente
pettinata, bevendo tè davanti alla sua macchina da scrivere, scovando l’assassino ovunque si
trovi – un pub a Cabot Cove, un attico a New York, l’appartamento di un vecchio amico a Boston
–e svelandone con grande arguzia il movente.

I produttori Richard Levinson, William Link e Peter S. Fischer avrebbero voluto realizzare la
versione statunitense di Miss Marple, il personaggio nato dalla penna di Agatha Christie, e
quando gli eredi della giallista inglese si rifiutarono di concederne i diritti, scelsero lei, che aveva
interpretato proprio Miss Marple a fianco di Liz Taylor in Assassinio allo specchio (Guy
Hamilton,1980), come protagonista per il ruolo della scrittrice di gialli con la passione per
l’investigazione.

12 anni ininterrotti di successo, due Golden Globe come migliore serie drammatica, 6 per la
miglior attrice protagonista, e un numero record di candidature agli Emmy Awards.

Angela Lansbury è nata attrice, più che una carriera, un destino che la porta alla MGM negli anni
della Golden Age, quando Hollywood non è più un polveroso crocevia tra le colline di Los
Angeles, ma è il sogno, la fama, l’Olimpo, coppe di champagne dentro cui fare il bagno, scandali
e propaganda a lustrini. Ha poco più di 19 anni quando riceve la sua prima candidatura agli
Oscar, recitando al fianco di Ingrid Bergman in Angoscia (George Cukor, 1944), al suo
ventesimo compleanno vince il suo primo Golden Globe interpretando Sybil Vane
nell’adattamento cinematografico de Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde. E da lì un elenco
infinito di meraviglie su pellicola.

Angela Lansbury e Anne Bancroft vincono il Golden Globe

È stata molte vite, Angela, cantante di cabaret, cameriera sfrontata, madre possessiva, perfida
moglie, fanciulla innamorata, è stata una scrittrice alcolizzata, un’imperatrice, l’amante di un
barbiere assassino. E in queste esistenze immaginarie e bellissime non c’è cosa che la sua
grazia e bravura non abbiano reso possibile
, come far volare un letto di ottone sui cieli di Londra
sotto le bombe, sedurre Spencer Tracy, animare una vecchia teiera sbeccata e, naturalmente,
fermare il crimine agitando una penna biro e una borsetta.

Si dice che la particolarità del suo viso la rendesse adatta ad interpretare donne mature, fu
moglie e madre di attori anagraficamente molto più anziani di lei o poco più giovani. Accadde, ad
esempio, interpretando a 23 anni Anna d’Austria in I tre moschettieri (George Sydney,1948) al
fianco di Frank Morgan, di 35 anni più grande, e in Blue Hawaii, dove era la madre di Elvis
Presley
, più giovane di lei di soli dieci anni. La verità è che era brava, brava davvero, in grado di
essere chiunque, fuori e dentro il tempo, di sfidare i generi, di abitare con la stessa straordinaria
naturalezza media tanto diversi, il cinema, la televisione, il teatro, il suo rifugio nella tempesta.

«Sono in una posizione davvero invidiabile, essere in grado di lavorare in questo modo
quarantacinque anni dopo. È sempre come se fosse l’inizio! Non ho mai la sensazione che stia
finendo, ma solo l’inizio di nuove situazioni. Quando morirò, mi tireranno giù da un palco»

Dopo più di 75 anni di carriera, un Oscar nel 2014 a celebrarne la gloria, Angela Lansbury si è
spenta a 96 anni nel sonno
, senza violenza, sangue, clamore, esattamente come da contratto.
Se n’è andata nello stile delle madame di certi racconti inglesi, il gatto alla finestra, la coperta di
ratteen rosa ai piedi del letto, un libro sul comodino e l’autunno alle porte.

«Ho scoperto che chi ha bisogno di dimostrare il proprio valore non vale poi molto» dice Jessica
Fletcher a metà di una puntata prima di rivelare il colpevole. Lei non è ha mai avuto bisogno e
valeva moltissimo.

Ci mancherà di certo, e stanotte a Cabot Cove la notte sarà un po’ più fredda e lunga.

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