All’età dì 80 anni si è spento il trombettista Donald Byrd: performer, compositore, maestro dell’hard-pop che ha guidato con successo la transizione del jazz verso i territori del funk, del soul e dell’ r&b.
Byrd ha esordito come tutti i grandi jazzman degli anni ‘40 esibendosi nei locali di Detroit insieme a Barry Harris e alle big band di Lionel Hampton. Allievo di Dizzy Gillespie, ha affinato il suo stile e definito la sua personale interpretazione del bebop dopo aver sostituito alla tromba Clifford Brown nei leggendari Jazz Messengers di Art Blakey.
Musicista prolifico sia come band leader sia come sideman, Byrd nel corso degli anni ha perfezionato il suo timbro nitido e puntuale fino ad elevare il fraseggio alla quasi perfezione stilistica. Con l’avvento dell’era fusion, Byrd ha firmato insieme a The Mizell Brothers l’album Black Byrd, uno dei dischi di maggior successo nella storia dell’etichetta Blue Note.
Grazie ad un approccio marcatamente soulful la rivisitazione dei temi tradizionali del jazz realizzata da Donald Byrd ha segnato l’alba di una nuova era nel panorama jazz-funk (nonostante le aspre critiche da parte dei puristi) e ha spianato la strada dapprima alle contaminazioni tra jazz e hip hop (con il progetto Guru’s Jazzmatazz) e successivamente alla nascita dell’acid jazz. Non a caso alcuni tra gli esponenti più open-minded della scena hip-hop USA, in particolare il compianto J Dilla, Madlib e ?uestlove dei The Roots hanno ripetutamente rivolto a Donald Byrd un sentito omaggio quale fonte di ispirazione per la loro musica.
Sul sito della piattaforma RBMA è disponile in streaming il tributo a Donald Byrd da parte del dj/produttore Kirk Degiorgio.
Fabrizio Montini Trotti | Bake Agency