Una giornata gratificante per Mario Draghi, governatore della BCE in carica, anche se prossimo alla scadenza di mandato. Laurea ad honorem in Giurisprudenza ricevuta all’Università di Bologna, tanti minuti di applausi scroscianti, e parole al miele da parte del rettore Francesco Ubertini.
Soprattutto, Draghi si è reso protagonista di un discorso molto interessante, discorso anche abbastanza originale. Vediamo cosa ha detto il governatore.
Il concetto di sovranità
In un momento storico dove tanti cittadini e partiti politici europei rivendicano più “sovranità nazionale”, Draghi si è detto convinto che l’UE dia MAGGIORE sovranità nazionale agli stati membri, non minore. Come si spiega questo apparente ossimoro?
Il cuore della questione, secondo Draghi, è che nel mondo di oggi super globalizzato, i paesi europei presi in modo singolo sono molto deboli e vulnerabili a molteplici pressioni esterne quali movimenti finanziari internazionali e politiche commerciali aggressive.
Senza una cooperazione economica e monetaria, dunque, i singoli paesi dell’UE sarebbe si più indipendenti, ma NON più sovrani, perché sarebbe inermi di fronte alle pressioni finanziarie e commerciali che soltanto una UE unita può “gestire”.
Valuta e spillover monetari
Dopo il precedente ragionamento, a mio parare abbastanza raffinato ed originale, Draghi ha poi rincarato la dose sottolineando il fatto che un paese fuori dall’euro vedrebbe stravolti gli equilibri della propria bilancia commerciale, a causa delle compravendita di beni e servizi all’estero con un valuta più debole.
Inoltre, Draghi ha ricordato l’effetto dello spillover monetario: qualunque banca centrale di un paese europeo, se fosse autonoma, sarebbe comunque “fortemente condizionata” dalle mosse dalla BCE, e quindi l’indipendenza monetaria sarebbe di fatto fittizia. Cosa che attualmente capita con paesi come la Svizzera, la Svezia e la Danimarca.
L’altra faccia della medaglia
Passando dalla cronaca all’analisi, dal mio punto di vista le parole di Draghi sono sicuramente condivisibili, ed anche abbastanza originali visto che mettono sotto la lente di ingrandimento questioni che non sono quasi mai trattate dal dibattito politico.
A mio avviso, però, c’è l’altra faccia della medaglia, ovvero che tutto questo discorso regge se le politiche economiche, monetarie e sociali dell’UE sono attuate per il bene di tutti i paesi UE. Cosa che a volte è impossibile, visto che diverse economie hanno spesso bisogno di diverse ricette economiche, monetarie e sociali in momenti storici diversi.
Inoltre, la storia degli ultimi anni, e proprio Draghi in prima persona, ci insegna che spesso la UE è stata usata dalla Germania per suoi interessi economici personali, a danno di tanti altri paesi come l’Italia. Questo successe proprio prima della salita a capo della BCE di Draghi, che divenne poi il simbolo dello scontro all’austerità imposta da tedeschi.
Speriamo però che con il prossimo presidente della BCE non si faccia un passo indietro e che non si torni al pre Mario Draghi.