Quella che ho per l’automobile è una passione radicata, profonda, che mi accompagna da sempre e che si è evoluta naturalmente nel tempo. Se prima era emozione per il rombo di una fuoriserie, ora è interesse per le nuove tecnologie e le opportunità che il panorama della mobilità attuale mette a nostra disposizione. Sia chiaro, mi volto ancora a guardare una macchina e sfido il sonno con la F1, ma i tempi, specie per l’automobile, sono cambiati, anche solo rispetto a pochi anni fa e con essi sono mutate le necessità, l’attenzione e la sensibilità degli automobilisti. Capita così che gli amici, piuttosto che un consiglio su quale macchina nuova comprare, mi chiedano sempre più di frequente, come funzionino i servizi di trasporto condiviso attivi nelle città italiane. Già, il car sharing, un’alternativa concreta alla macchina di proprietà ancora poco diffusa nel nostro paese, dove, nel bene e nel male, l’economia è trainata anche dal settore automobilistico (in crescita nel 2015, + 15%).
Ma come funziona la macchina nell’era della condivisione? Quali sono, nella pratica, i pro e quali i contro? Io stesso ne sapevo poco e non ero in grado di dare una risposta. Ho così chiesto aiuto a chi invece, sulle “auto di tutti”, trascorre molto tempo e ho capito che esistono clienti diversi del car sharing: c’è chi l’auto non ce l’ha proprio e lo utilizza per spostarsi regolarmente e chi invece lo alterna con intelligenza al mezzo di proprietà, integrandolo con il trasporto pubblico.
Poi, ecco presentarsi l’occasione per testarlo di persona ed avere un’idea più chiara sulla sua efficacia. Un’amica, Benedetta, si sposta frequentemente fra Roma e Milano e in entrambe le città fa grande uso del noleggio, così come di tutte le moderne applicazioni sviluppate a sostegno della mobilità. Mi offro per accompagnarla in uno dei suoi viaggi, andata e ritorno in giornata. Conoscerò il car sharing da vicino e avrò modo di fare un confronto tra la Capitale e il capoluogo lombardo.
Prenotazione
E’ ancora buio quando ci muoviamo alla volta della stazione Termini. La prima corsa della metropolitana è appena partita dal capolinea e rischieremmo di non fare in tempo. Optiamo per una Fiat 500 di Enjoy, il car sharing offerto da Eni. Benedetta l’aveva adocchiata la sera prima e ora, che è ancora parcheggiata nello stesso posto, la prenotiamo con l’applicazione, via smartphone. Abbiamo 15 minuti di tempo per raggiungerla prima di cominciare a pagare il servizio e l’app ci indica il percorso più breve da fare, oltre al livello carburante e al tipo di trasmissione (cambio manuale o automatico). Raggiunta la macchina, aspettiamo che questa venga “sbloccata”, dopo avere inviato alla centrale il codice riportato sul parabrezza. Un aspetto migliorabile, che costringe ad un’attesa fuori dal veicolo, magari in una zona isolata, di sera. Non proprio l’ideale, specie per una donna.
La nostra 500 si apre. “La flotta è stata da poco rinnovata”, sottolinea Benedetta, “Le auto sono tutte perfette, ma prima di confermare il noleggio, va sempre fatto un controllo per evitare che eventuali danni o sporcizia vi vengano addebitati”. Guidare in una Roma ancora deserta non solo è un piacere, è anche conveniente. Pochi minuti e siamo in stazione e tutto per meno di tre euro.
Il parcheggio
La ricerca di un parcheggio, in città come Roma, metterebbe in stato di agitazione un monaco tibetano. Con il car sharing di ultima generazione, nella Capitale così come nelle altre città italiane, potrete lasciare la vettura dove preferite. Al contrario dei servizi equivalenti offerti dai comuni, che vi obbligheranno a riportare la macchina dove l’avete trovata, non esistono punti di sosta convenzionati. Le auto si parcheggiano per la strada, esattamente come si fa con la propria (free floating), a patto di non posteggiare all’interno di garage privati o uscire fuori dall’area di copertura: “In tal caso, Enjoy non ti permetterà d’interrompere il noleggio, Car2go applicherà una penale di 4,50 Euro. Una precauzione per evitare il disperdersi delle auto in zone di scarso utilizzo”. La sosta è gratuita sulle strisce blu (questo vale sia per Enjoy che per Car2go), mentre è consentita previo pagamento di una piccola somma (da 2 a 4 Euro) in molti parcheggi riservati alle auto in condivisione. Uno di questi è proprio alla stazione Termini.
Milano
Durante il viaggio in treno ne approfitto per documentarmi su quali siano le abitudini dei milanesi in fatto di condivisione: più di 300.000 gli iscritti ai servizi di car sharing e diverse le aziende impegnate sul campo, con nuove società pronte a partecipare al prossimo bando, nel 2016. Una concorrenza che favorisce la clientela, più offerta, più scelta e prezzi vantaggiosi, ma anche il comune, che con il noleggio riduce il traffico e incassa dalle società una cifra vicina ai 1000 euro l’anno per ogni auto (questa la tariffa chiesta dalle amministrazioni per il libero utilizzo di fasce blu e accesso alle zone a traffico limitato). A testimonianza di questo fermento, alla stazione Centrale abbiamo l’imbarazzo della scelta. Oltre ad Enjoy, Car2Go e GuidaMi (il noleggio a breve termine del comune), a Milano operano Twist (26.000 iscritti), il cui servizio purtroppo è momentaneamente sospeso, Share’NGO, il primo car sharing completamente elettrico, gratuito per le donne durante le ore notturne ed “E-Vai” (https://www.e-vai.com/), anch’esso con veicoli a basso impatto ambientale.
Tra tanti veicoli, molti dei quali già prenotati, in attesa del loro autista di turno, scegliamo la Smart bianca di Car2Go che, se libera, può essere utilizzata senza prenotazione, grazie alla tessera che vi verrà data al momento della sottoscrizione dell’abbonamento. Un’altra scheda la troverete all’interno della macchina ed è con quella che andiamo a fare subito rifornimento, guadagnando 10 minuti di guida gratuita. Raggiungiamo il luogo dell’appuntamento di Benedetta sfruttando il navigatore, stando attenti a non varcare l’area ZTL (a Milano non è consentito l’accesso a quest’area al contrario di Roma, Firenze, Prato e Torino dove è possibile transitarvici) e una volta arrivati ci diamo appuntamento qualche ora dopo.
Due ruote
Quando nel pomeriggio dobbiamo ripercorrere il tragitto inverso, il traffico, complice l’ora del rientro a casa, è aumentato. In queste condizioni la metropolitana non avrebbe rivali a meno che… A meno che non abbiate la possibilità di noleggiare uno scooter! Già, l’Mp3 della Piaggio, rosso come il resto della gamma Enjoy di cui fa parte, è uno scooter a tre ruote facile da guidare anche per chi non ha grande esperienza. Un’esclusiva per la città lombarda che ci permetterà di muoverci velocemente ed evitare di perdere il nostro treno. Non è protetto da antifurti meccanici (blocca disco, catene) con i quali potreste sporcarvi le mani e non è richiesta una patente particolare. Al primo utilizzo però dovrete guardare un video-tutorial che vi illustrerà le caratteristiche del motociclo. Non resta che inserire il codice di sblocco nel vano sottosella, scegliere fra i due caschi disponibili nel bauletto e mettere in moto.
Autostop 2.0
Rientriamo a Roma poco dopo le 23. Benedetta armeggia con lo smartphone. “A Termini, mi dice, la sera non è cosi semplice trovare delle auto, che siano 500 o Smart, tanto che sarebbe meglio scendere a Tiburtina se il parcheggio non fosse così isolato. Questo probabilmente è dovuto ai flussi di persone che a fine giornata ritornano verso i quartieri residenziali, riducendo la disponibilità di auto nelle zone centrali delle città. L’ideale sarebbe uno staff che, in situazioni di evidente distribuzione disomogenea dei veicoli, si occupasse di spostare le vetture, portandone alcune nelle aree dove queste scarseggiano”.
Alternative? Moovit, l’applicazione che permette di programmare in tempo reale gli spostamenti attraverso i mezzi pubblici, ci segnala che la metro è in chiusura. Se il nostro treno ritarda avremo solo mezzi di superficie a disposizione: “In questo caso o prendo un taxi…o chiamo un amico!” Le parole di Benedetta mi riportano alla mente la neonata start up milanese Letzgo, un servizio di car pooling urbano istantaneo. Il format è quello dell’era digitale: si scarica un’app, ci si registra con una carta di credito (ok PayPal) e si comunica la propria posizione e il tragitto da compiere, sperando in un passaggio dal driver più vicino (a differenza di Uber, comunicando il percorso in anticipo si rispetta la direttiva europea sul trasporto collettivo). Alla fine del viaggio, l’autostoppista sarà libero di riconoscere o meno un rimborso spese all’autista. Peccato però che Letzgo non sia ancora attivo su Roma.
Siamo in stazione. Un ultimo controllo sul sito di Enjoy ed ecco comparire una 500: “Succede spesso di dover aggiornare più volte l’app, anche a distanza di pochi istanti, per avere un quadro della situazione completamente diverso. Auto che compaiono e scompaiono. L’affidabilità e l’efficienza delle applicazioni è un aspetto su cui le società di car sharing devono e possono migliorare”.
Prenotiamo la macchina, l’ultima di una lunga giornata che non ha fatto che rafforzare la mia idea. Condividere l’auto oggi è una soluzione possibile e conveniente e se ha ben impressionato me, che amo la mia auto e l’indipendenza che questa mi regala, credo possa incontrare i favori di molte altre persone che del proprio mezzo farebbero volentieri a meno.