“Si può prevenire la violenza maschile contro le donne? Come coinvolgere gli uomini in una riflessione su questi temi, così problematici per loro (noi) stessi?”
La retorica si spende e spande in questa giornata, e molti fanno difficoltà a comprendere perché si parli di violenza di genere. Il dubbio è lecito perché concede riflessione, espressione, condivisione. E partiamo da questi ultimi tre termini per farvi riflettere: la violenza non è solo atto estremo più vile di imposizione fisica sull’altro. Denigrare, isolare, minacciare, accanirsi, impaurire, perseguitare, mortificare, ridicolizzare sono violenze, attuate di continuo anche nei commenti “di pancia” sui social network. Non crediamo che si possa risolvere la questione attuando a nostra volta le stesse azioni. E non serve reagire chiedendo a gran voce cure o punizioni, perché la violenza non è una malattia è un problema culturale più ampio, che ci interroga tutti, non solo quelli che “pestano”.
In Italia, uno o più uomini hanno esercitato violenza fisica o sessuale nell’arco della vita di 6 milioni 743 mila donne. In Italia, uno o più uomini hanno esercitato violenza fisica nell’arco della vita di circa 4 milioni di donne. In Italia, uno o più uomini hanno esercitato violenza sessuale nell’arco della vita di circa 5 milioni di donne. In Italia, un quinto degli uomini che sono in coppia con una donna fanno sempre o ripetutamente violenza psicologica su di lei. In Italia, ogni 7 minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna. Ogni 3 giorni, nel nostro Paese, un uomo uccide una donna.* Sono numeri volontariamente “rovesciati”, per spostare lo sguardo dalle vittime agli autori. Cambiare punto di vista significa guardare in faccia una realtà spiacevole: la violenza che colpisce le donne proviene soprattutto dagli uomini. Per questo nell’uso comune quando si usa l’espressione “violenza di genere”, si sottintende che il genere è quello maschile.
Ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a cambiare le cose, cominciando a smontare il sessismo che è nella vita di tutti i giorni, al lavoro, al bar, per strada. Pensiamoci … Oggi in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, scrivo io, ma le mie parole sono condivise da Bake Agency e dalla redazione di JustBaked. E cosa può fare un gruppo che tratta di comunicazione in questo caso? Possiamo diffondere un esempio di come la comunicazione sana possa fare la sua parte e segnalare un buon esempio.
Avrei potuto scegliere molti esempi, video spot o altro ma, da donna, ho preferito dar voce a una community in particolare: NoiNo.org, una community italiana pensata da uomini per gli uomini.
La community NoiNo.org non è un’associazione né un movimento, ma una rete di uomini che condividono un impegno comune: rifiutare la violenza maschile contro le donne, chiaramente e in pubblico. Ma un No, da solo, non basta. Per questo chi aderisce alla campagna si impegna anche a coinvolgere altri uomini.
NoiNo: alimenta concretamente il dialogo
“Aderire a NoiNo.org non è un modo per chiamarsi fuori o per dividersi in buoni e cattivi. Al contrario, significa prima di tutto riconoscere che il problema ci riguarda, in quanto uomini. Non perché un maschio sia violento “per natura”, ma perché ciò che genera e giustifica la violenza è proprio la cultura in cui tutti viviamo. Una mentalità che possiamo contribuire a cambiare. Come? Raccogliamo le idee. Anche le vostre. Vogliamo riempire questo spazio con il vostro contributo attivo. Pubblicheremo un elenco di punti essenziali da condividere, li approfondiremo e li discuteremo con voi. La pagina si arricchirà, verrà modificata e aggiornata. Alla fine avremo una serie di buone idee e buone pratiche, per contrastare il sessismo nella nostra vita quotidiana e prevenire la violenza di genere. Siete pronti a dire la vostra?”
NoiNo chiama a raccolta gli uomini per confrontarsi e dialogare. La violenza di genere, non solo fisica, ma anche psicologica, verbale, sociale, economica, è una questione che interroga direttamente tutti gli uomini e la nostra cultura collettiva dei rapporti di genere. La presa di coscienza maschile è un fatto nuovo e fondamentale, i gruppi che l’hanno avviata sono ancora pochi ma sempre più uomini – come emerge dal successo della stessa campagna NoiNo.org -, sentono il bisogno di impegnarsi concretamente contro la violenza di genere e in percorsi di ampio respiro per il cambiamento della cultura sessista che di quella violenza è matrice.
Attivati!
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Mettiamoci la faccia!
A viso aperto contro la violenza nascosta.
Molti abusi avvengono al riparo dell’ambiente domestico, ma la violenza non è mai un fatto privato. Loro lo dicono a viso aperto, puoi farlo anche tu: bastano una foto e il logo di NoiNo.org (Partecipa da qui) scaricalo. Perché non conta se il tuo è un volto noto, l’importante è metterci la faccia. E per rimanere in contatto con la community, non dimenticare di aderire alla campagna.
* Dati tratti dalla ricerca ISTAT del 2006 “La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia” e, per quanto riguarda i feminicidi, dal monitoraggio effettuato dai centri antiviolenza sulla stampa locale e nazionale. I dati nazionali e internazionali sono esposti e comparati dallo studio “Gender Based Violence: le violenze maschili contro le donne.” commissionato dalla Fondazione del Monte a Giuditta Creazzo, ricercatrice e socia della Casa delle Donne di Bologna – per non subire violenza.