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D’altro Canto…

sanremo 2014

La tassa sul sorriso Littizzetto e il Fazio doganale sull’emozione renderanno anche quest’anno plausibile quel che di miracoloso può rimandare solo alle intercessioni di un santo. Voci rubate ai batti-tempo dei (san)rematori del volga come ugole dotate di talento e rime spruzzate di cuore amore e sincerità come poesia. Il festival, un pallido sole in grado di bruciare le migliori intenzioni dell’arte italiana, che ha spazzato via dalla sua classifica gente come Dalla, Vecchioni, etc. Icari canori precipitati molto in basso sotto i colpi del pallido sole ligure, pallido ma caloroso tanto da bruciarne le ali. Perché il gusto del pubblico sotto il parruccihno di Pippo Baudo, nazionale e socialista, popolare e qualunquista sa come la voce possa rendere liberi. Stefano Rosso cantava con verità l’italiano. Fuori anche lui. Meglio Toto Cutugno. Un do maggiore che da certezza. La storia e il vanto dei Cinquettii e dei Pizzi senza arsenico o vecchi merletti, le giurie con Montale e Dallapiccola, l’eccezione cromatica pre-avatar della faccia dipinta di blu sono volati quel tanto che era servito al dopoguerra a rendere plausibile gli effetti del piano Marshall. America 1929. La grande depressione. Italia 2014. La grande crisi. Grillo non va alle consultazioni di governo ma salirà sul palco dell’Ariston. Ma sono cose da pazzi… Ne sentiremo delle belle. Visto che ormai il Sanremo in compresse Endemol da 40 mg va avanti nell’appropriazione indebita di chi cerca di vendere il gusto, plagiarlo, formarlo, incartarlo prepararlo e servirlo ben caldo. Ugole infiammate che sostituiscono l’effettismo laringoiatrico alla levigatura dell’interpretazione. Come alla fiera di paese quello che conta è l’acuto. Parametro strappapplauso. Melodia da proscenio, arrangiamento al minimo della banalità. La tonalità minore da il là all’emozione scontata. I lombrosiani dell’ugola di X-Factor meglio di quelli hollywoodiani citati  da Nanni Moretti espletano la propria funzione. Bieca sociologia? Il canale ripetitore di depressione, camuffato da antidepressivo. Ci vorrebbe il maestro John Carpenter, quello di Essi Vivono. Invece degli occhiali neri, delle auricolari magiche in grado di sgamare l’incantesimo. Il mercato discografico in mano agli alieni. Senti Arisa, indossi le cuffie e senti il vero suono. Ma auricolari del genere purtroppo non esistono. Vola colomba bianca vola. Aveva senso una volta non partecipare a Sanremo. Prendere posizione rispetto ad un certo tipo di intendere il fare artistico contaminato con la peggiore idea di produzione musicale. Non si partecipava una volta a sanremo. Me ne andavo da quella Sanremo di Christian, Baldan Bembo, Fogli… Me ne andavo da quella Sanremo di merda!  tanto per chiamare in causa anche l’inesauribile carica di vitalità e irriverenza rappresentata da Remo Remotti. E parafrasiamo anche Papa Giovanni tanto per sobillare gli ascolti e boicottare il massacro. Stasera quando tornate a casa non dategli una carezza ai vostri pargoli. Spegnete il televisore.

Luca Perini | Bake Agency

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