Iniziamo con il dire che la libertà delle digital radio, che sono radio a tutti gli effetti (almeno alcune), è data soprattutto dal fatto che generano un fatturato nella maggior parte dei casi negativo e solo in alcuni casi le spese vengono ripagate. Molto bene! Sappiamo tutti quanto sia malefico il dio denaro se messo in congiunzione con la parola cultura (chiaro che non sempre è così, ma spesso le due cose non vanno per niente d’accordo).
Concentriamoci sul nostro continente strizzando l’occhio velocemente agli Stati Uniti solo per geo-localizzare il fenomeno in un contesto che tutti noi possiamo facilmente interpretare.
Negli ultimi 5 anni c’è stata un’esplosione di nuove realtà radiofoniche che hanno invaso le nostre homepage, principalmente su Facebook, ma non solo. Si tratta per lo più di nuovi modi di intendere l’intrattenimento radiofonico, ma possiamo ugualmente racchiuderli sotto la definizione di Radio.
Collettivi artistici, agenzie di comunicazione, negozi di dischi e semplici appassionati sono diventati i nuovi editori di radio che scaricano note online e sulle quali possiamo sintonizzarci quando e come vogliamo.
Ovviamente ci sono anche grandi società, pubbliche e private, che hanno capito qual è la strada e si sono adeguate al mercato e alle richieste dell’utente puntando sulla radio digitale. Apple e BBC su tutte.
Sicuramente ha influito il budget bassissimo che bisogna avere a disposizione per trasmettere online, al contrario di quello molto elevato da avere per la trasmissione tradizionale in FM.
Ma non è il solo motivo di questa esplosione, di fondo c’è il bisogno di avere un’alternativa da ascoltare da parte del pubblico. Ecco allora, quasi ovunque, nuove radio che sperimentano un palinsesto in grado di rappresentare e dare voce alla comunità artistica e musicale che vive e lavora nella città da cui si trasmette.
Prendiamo in esame alcune tra le digital radio più interessanti. Badate bene, non le chiamo webradio perché il termine è un po’ troppo vasto e racchiude anche tutte quelle radio fastidiosissime On Air nei supermercati o da Acqua & Sapone e che somigliano troppo alle radio tradizionali… Nel migliore dei casi! Oppure quelle che sono semplicemente una playlist di iTunes, principalmente monogenesi e trasmessa da un sito, nel peggiore. Ecco, di quelle non ce ne sarebbe bisogno, ma esistono e ne prendiamo atto.
FRANCIA – PARIGI – LE MELLOTRON
Le Mellotron è una radio parigina fondata, da alcuni giovani appassionati di musica, nel 2012. Da allora trasmette in tutto il mondo, prima da una barca ancorata sulle rive della Senna e dal 2014 da un bar/bistrot nella zona di République. In questi anni è diventata un punto di riferimento della scena culturale musicale parigina tanto che anche Radio Nova (mitica emittente francese che trasmette in FM) ha avuto il suo spazio nel palinsesto colorato di Le Mellotron. Puoi trovare in onda programmi realizzati da appassionati di musica che trasmettono i loro dischi preferiti e liveset o showcase di artisti che gravitano a Parigi. Non c’è limite ai generi musicali che puoi ascoltare. E’ strutturata a slot, ovvero a fasce orarie di una o due ore realizzate live dal bar/bistrot. Grande musica per il resto della giornata.
INGHILTERRA – LONDRA – NTS
Nata dall’esperienza di un blog chiamato Nuts to soup, NTS è uno dei più riusciti progetti di digital radio. Lo scopo sempre dichiarato è: “Mirare a colmare un vuoto nella comunità musicale londinese dal pensiero progressista. Molto di più che una nuova comunità radiofonica digitale.” Nel corso di questi anni il progetto di Femi Adeyemi (il fondatore e attuale CEO di NTS Radio, già tra i membri fondatori di un’altra piattaforma digitale famosissima, avete presente BOILER ROOM?) ha ospitato in onda nel suo palinsesto chiunque. Provate ad immaginare un nome? Se è passato da Londra per qualche djset sicuramente è andato in onda su NTS.
Il motivo principale, comunque, per il quale Femi Adeyemi ha fondato una digital radio è uno dei più comuni nel mondo delle radio online ovvero il bisogno di ascoltare un’alternativa alle radio commerciali.
Attualmente NTS ha due canali ascoltabili a scelta dal sito.
GERMANIA – BERLINO – BERLIN COMMUNITY RADIO
Eccoci a Berlino, dove non poteva mancare una piattaforma digitale che desse voce alla vasta comunità artistica presente nella capitale tedesca. Berlin Community Radio ha come scopo proprio questo: essere voce e ispirare la comunità artistica presente in città. Non si occupa solo di musica ma di tutte le forme di arte, nel suo palinsesto sono presenti oltre 100 show che parlano di cultura, relazioni, politica queer, letture, arte, musica di tutti i generi e talk show su femminismo, gender o fenomeni di Internet. E’ stata fondata da Anastazja Moser e Sarah Miles che ancora oggi sono al vertice dello staff operativo di BCR.
OLANDA – AMSTERDAM – RED LIGHT RADIO
Ad Amsterdam nel Red Light District, dal 2010 c’è anche una digital radio che si chiama proprio come il quartiere che la ospita: Red Light Radio. E’ una radio online. Ogni giorno trasmette radioshow con artisti locali e internazionali che transitano per Amsterdam. Si occupa inoltre di organizzare concerti e party da sola o in collaborazione con festival, musei e altri partner culturali nel mondo. La radio è posizionata in uno stabile che è stato sequestrato alla malavita e riaffidato a un collettivo di giovani. Loro hanno messo su un negozio di dischi con delle chicche gustosissime e nel retrobottega c’è la radio, fico no?!
INGHILTERRRA – LONDRA – WORLDWIDE FM
Da qualche settimana Londra ha una nuova realtà radiofonica: si chiama Worldwide Fm. Come avrete intuito, fa riferimento all’universo di attività che ruotano attorno a Gilles Peterson e al suo marchio Worldwide. E’ stata inaugurata a settembre 2016 e ha già avuto ospiti molto prestigiosi. In particolare vorrei ricordare una trasmissione con i fondatori e il dj resident del Fabric di Londra, forse la prima dopo la chiusura del Fabric, nella quale si è parlato del fattaccio ed è stata lanciata la campagna #SaveOurCulture.
E’ nata in collaborazione con Wetransfer, il sito per lo scambio di file pesanti che prima o poi abbiamo usato tutti almeno una volta sia per inviare che per ricevere file.
La radio è gestita direttamente da Peterson al quale si affianca uno dei collaboratori storici Thristian.
Ha già iniziato ad andare in giro con delle trasmissioni da Los Angeles, Tokyo, Marsiglia, tutti posti nei quali GP va a suonare e dove si porta la radio facendo dei pop-up temporanei. In questi giorni era in diretta dal negozio di dischi Rush Hour ad Amsterdam per il festival ADE che si svolge ogni anno tra canali e biciclette.
E’ facile che al mattino appena svegli troviate una puntata dedicata allo spiritual jazz o – come è capitato a me – una dedicata a Pharoa Sanders o al Brasile. Insomma sulla musica c’è poco da discutere.
Parliamo ora di realtà molto più grosse, non per ascolti maggiori ma perché hanno dietro dei gruppi notevolmente più grandi di quelli descritti.
Apple e BBC non dormono, ma questo lo sappiamo da anni. Quello che forse non sapete è che hanno un approccio con le digital radio che farà sicuramente storia, nel migliore dei casi, e scuola nel peggiore.
Il più importante canale digitale di BBC Radio è BBC 6 Music, una radio con un palinsesto incredibile e che trasmette 24 ore al giorno con una classe indescrivibile e toccando i più svariati argomenti musicali (dal rock all’elettronica, dall’incontro tra le culture al funk più sporco e ruvido). Tutto sotto uno degli slogan più azzeccati di sempre Play what we like.
Tra i nomi che potete trovare in onda su BBC 6 Music ne voglio sottolineare solo qualcuno: Marie Anne Hobbs, Gilles Peterson, Craig Charles, Don Letts, Jarvis Cocker, Tom Robinson, Steve Lamacq, e di tanto in tanto anche personaggi che non appartengono al mondo della radio ma che si prestano occasionalmente come Iggy Pop, in onda in questo periodo, ma anche Bob Dylan in precedenza o Paul Weller.
Apple invece ha affidato la sua radio Beats 1 a Zane Lowe (ex BBC Radio1). Lowe ha strutturato un palinsesto pieno di ospiti che fanno la radio (da Elton John a Pharrell Williams, da Q-Tip a Dr. Dre, da Mary J. Blidge a Fat Boy Slim, solo per citarne alcuni) e di 3 djs resident che sono, oltre a lui stesso, Julie Adenunga (che trasmette da Londra) e Ebro Darden (che trasmette da NYC). Una radio rivoluzionaria, nel senso che è la prima radio mondiale, e proprio per questo motivo non dice mai l’orario, ma se ne volete sapere di più ne abbiamo già scritto qui. L’unica pecca, che poi non è neanche una pecca dal mio punto di vista, è che Beats1 è ascoltabile solo con iTunes.
Come avete visto, la maggior parte delle digital radio nascono per due motivi principali: il primo è che la maggior parte di quelli che le hanno fondate non aveva più voglia di ascoltare ciò che veniva fuori dall’FM. Il secondo motivo è la voglia di condividere con la propria comunità culturale e artistica un linguaggio comprensibile da tutti e soprattutto localizzato in aree geografiche più o meno grandi (anche esportandolo).
In altre parole far parte del mondo e amarlo con il nostro stile che ci viene dal posto in cui viviamo e dalle persone che frequentiamo. Un discorso di appartenenza a qualcosa di molto forte e coinvolgente che vogliamo far conoscere a tutti.
A questo discorso si legano anche, in un certo senso, BBC 6 Music e Beats 1, soprattutto per il primo motivo, ma anche per il secondo, altrimenti Beats 1 non avrebbe aperto tre studi in tre parti del mondo (LA-LDN-NYC).
Non avete notato che manca qualcosa? Esatto, mancano le digital radio in Italia.
Forse ne parleremo prima o poi e forse qualcuna la conoscete già. In ogni caso provate ad ascoltare queste se non lo avete mai fatto prima e poi parleremo anche di quello che succede da noi.