Nella riunione della BCE di Gennaio il governatore Draghi è apparso molto rassicurante su diversi fronti, tra cui banche europee, spettro recessione, Brexit e stimoli monetari. Ma a breve Draghi terminerà il suo mandato: cosa penserà il suo successore?
Lo scorso 24 Gennaio 2019 si è svolta una delle ultime riunione delle BCE targata Draghi. Il governatore italiano sarà presto sostituito per fine mandato. Nei fatti è cambiato poco, visto che i tassi sono rimasti a zero come da previsioni. Nelle parole, però, è stato un Draghi molto rassicurante, anche più rassicurante rispetto a quanto si aspettavano gli analisti. Vediamo in estrema sintesi che spunti di riflessioni ci ha dato.
Banche europee
Incalzato dalle domande dei giornalisti sul solito rischio banche nell’eurozona, Draghi è apparso molto deciso nel sostenere che non esistono al momento rischi sistemici per la stabilità della banche europee. “Banche molto più solide rispetto all’inizio della crisi”, è stato il passaggio più importante.
Spettro recessione
Pochi giorni fa il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva avuto pesanti parole sull’economia italiana. In particolare, il FMI aveva affermato che l’Italia è al momento una vera e propria zavorra per l’economia mondiale ed europea, sia per l’eccessivo debito che per la bassa crescita.
Draghi però non sembra essere di questo avviso. Alle domande sull’economia tedesca, anch’essa in forte rallentamento negli ultimi mesi, e appunto sull’economia Italia, Draghi ha risposto che reputa “improbabile” una recessione per entrambi i paesi. “Speriamo”, verrebbe da rispondere!
Brexit
Il capitolo Brexit, poi, ha vissuto in questo mese di Gennaio l’ennesimo colpo di scena. L’UK ha prima votato contro il Deal in parlamento, e poi ha votato la fiducia alla May. Il che tradotto significa attacco frontale all’UE, ovvero rischio di “Hard Brexit”.
Su questo tema persino il rassicurante Draghi di questo Gennaio 2019 ha ammesso che è “un rischio per la crescita”, ma anche qui senza fare eccessivi catastrofismi. La Brexit è un tema però talmente delicato ed in divenire che si fa veramente fatica a fare le giuste previsioni sociali, economiche e politiche.
Stimoli monetari
Ma veniamo al punto più importante: gli stimoli monetari della BCE. Il QE è terminato a inizio 2019, ma questo si sapeva da un pezzo. Molti mesi fa alcuni analisti stimavano che la BCE avrebbe potuto iniziare a parlare di un rialzo dei tassi già da inizio 2019. Questa previsione (per fortuna) si è rilevata sbagliata, complice anche il forte rallentamento di tutta l’economia dell’eurozona a fine 2018.
Draghi poi, storicamente uno che non è avido nel dare aiuti monetari, ha rincarato ancor più la dose. Non solo ha affermato che appunto, specie a causa di questa frenata, i tassi non si toccano. Ma ha anche detto chiaramente che “La BCE non ha esaurito le sue munizione e la sua cassetta degli attrezzi è sempre lì”, pronta a intervenire.
Quindi, niente inizio di politiche monetarie restrittive. L’UE ha ancora bisogno di tassi bassi e stimoli monetari. E Draghi questo lo ha capito, per fortuna soprattutto dell’Italia, la cui economia vive di questi aiuti visto il momento economico complicato.
Il grande punto interrogativo: ma chi sarà e soprattutto cosa penserà il successore di Draghi
Questo articolo poteva essere un articolo molto rassicurante: la BCE non è preoccupata ma continuerà ad erogare aiuti monetari per molto tempo. Purtroppo, c’è un “ma” grande quanto una casa. Ovvero, Draghi presto farà le valige, il suo mandato terminerà. E la grande domande sarà: chi sarà il sostituto, ma soprattutto sarà anch’esso un banchiere capace di capire che l’Italia e l’UE nel suo complesso hanno ancora bisogno di stimoli monetari e tassi bassi?
Oppure sarà un falco tedesco amante delle politiche restrittive?
La risposta a questa domanda potrebbe influenzare profondamente la crescita economica del nostro paese nei prossimi anni. Ed è quindi un’incognita che un po’ fa paura.