L’illustratrice che incanta con personaggi senza padroni e colori opachi. Tra caos, razionalità e vita vissuta, Gloria racconta come si tiene in equilibrio tra arte, lavoro e maternità.
Gloria Pizzilli è un’illustratrice che non ama le definizioni, ma che si muove con precisione chirurgica nel suo universo creativo. I suoi personaggi, fieri e senza padroni, sembrano incarnare la sua visione: l’arte non è introspezione, ma problem solving, un esercizio di razionalità nel caos della vita. Con la stessa determinazione con cui affronta le sue illustrazioni, Gloria naviga tra maternità, lavoro e visioni personali, senza mai cedere alle convenzioni. Qui ci racconta il suo approccio, le sfide e il significato profondo del disegno.
Hai due anime, quella grafica, tedesca, minimale e quella pulp, manga, splatter, colorata da tatuaggi e draghi. Come fai a non cadere preda delle tue allucinazioni emotive? Le imprigioni nei disegni?
“Cadere preda di un’allucinazione emotiva è impossibile per me. Sono una persona razionale, sempre, anche nel caos. Nella vita come nel lavoro, mi tengo a debita distanza dal risultato dei miei sforzi. Ci sono un cliente, un brief e una scadenza. Tutto ciò che segue è problem solving… o una barzelletta. Il mio portfolio riflette esattamente questo: niente di più, niente di meno.”
Le tue donne non indossano vestiti e fanno un po’ quello che vogliono. Hanno sopracciglia spesse e non hanno padroni. Che consiglio daresti a una ragazza che vuole diventare illustratrice? Come si fa a non perdere (o a ritrovare) la propria strada?
“Le donne non sono dolci, raramente fanno qualcosa per esserlo, e non lo sono nemmeno da bambine. Alle illustratrici dico: fate illustrazione come fate l’amore, senza paura di lasciare graffi. Siate originali, sfidate i cliché e tenete solo ciò che vi piace davvero. Le strade si perdono e si ritrovano, ma voi non smettete mai di cercare.”
Qual è il colore che ami di più? E perché?
“Mi piacciono tutti, ma uno alla volta.”
Che cosa cambieresti di te stessa? E che cosa non cambieresti mai?
“Più che cambiare, vorrei lasciar andare via insicurezze e false partenze, insieme all’attaccamento e all’arroganza. Vorrei dimenticare il passato. Cosa non cambierei mai? Cambierei tutto, ma una cosa alla volta. La vita è un balletto, e io cerco di non farmi sorprendere mai nello stesso punto.”
Se non fossi nata nella nostra epoca, quale donna o uomo del passato vorresti essere?
“Jeanne d’Arc.”
Il titolo di una canzone che vorresti aver composto tu?
“‘The Slips’ di Björk.”
Che cosa ti rende orgogliosa di essere italiana? E che cosa ti fa vergognare di esserlo?
“Non mi vergogno mai di essere italiana. Mi vergogno solo delle azioni che compio io stessa. Essere italiana mi rende orgogliosa quando sento parlare la nostra lingua: ricca, melodica, casa.”
Se stessero girando un film sulla tua vita, quale sarebbe il titolo?
“‘Labyrinth’. Una protagonista più vecchia di 15 anni, vestita di nero, con i capelli corti, alla ricerca di uno scopo. Correrebbe come una matta, solo per poter dire: ‘Non avete alcun potere su di me’. Fine del film.”
C’è una parte di te che ancora non sei riuscita a raccontare nella tua arte?
“Praticamente tutto. Il disegno per me è lavoro, e il lavoro non è mai introspettivo. C’è spazio per interpretare, ma non per raccontare me stessa.”
Che cosa vorresti accendere nel cuore di chi inciampa nei tuoi personaggi incantati?
“Se ci inciampano, vorrei che cadessero per bene, magari sbucciandosi un ginocchio. Quanto al cuore, mi basta che continui a battere correttamente, anche se un’aritmia leggera non mi dispiacerebbe.”
Ogni artista ha la propria maledizione. La tua qual è?
“Non credo alle maledizioni, sono scuse per non andare avanti. Certo, le difficoltà ci sono: lavoro con un bambino di tre anni attaccato alla sedia e altri due che litigano accanto a me. Prima perdevo la pazienza, ora ho sviluppato anticorpi: paraorecchie invisibili e focus assoluto. La mia carriera procede a un ritmo diverso, ma conosco il valore del tempo meglio di molti. La mia ‘maledizione’ è un dono.”
Instagram: @gloriapizzilli