Preferisce celarsi dietro una maschera indigena, anche se lo stile e i suoni di questo eclettico produttore afrocentrico tradiscono l’esperienza e la consapevolezza di uno tra i più stimati e consapevoli protagonisti della cultura elettronica italiana. Un anonimato anagrafico che coincide con un identità musicale codificata lungo le latitudini del continente africano, dove le componenti mistiche, esoteriche e cosmiche ancestrali della musica tradizionale non temono il confronto e la contaminazione con l’arte digitale.
Pattern ipnotici, vibrazioni a basse frequenze, voci profonde alternate a suggestioni animiste coesistono nel visionario DNA musicale di DJ Khalab, autentico talento dell’abstract beatmaking oltre che membro dell’Afrodisia Crew, forte di un progetto afro-futurista che trae ispirazione dalla ricerca di innovatori radicali come Jimi Hendrix, Sun Ra e DJ Spooky. La contaminazione acustico-digitale di urban african music proposta da DJ Khalab si spinge oltre i confini del clubbing per sondare le influenze shangaan, kwaito e le contaminazioni afro hip-house che arrivano dalla scena di Soweto transitando per le frontiere dub di South London.
My Africa è la sua prima uscita per l’etichetta Soupu Music, disponibile su Itunes e in streaming via Soundcloud, con i remix di PepeSoup e Afrodisia Soundsystem. Un lavoro originale e allo stesso tempo sperimentale, di ricombinazione tra beat digitali, likembè elettrici, strumenti a corde tradizionali (ngoni, kamalengoni) e percussioni del Mali.
Un esperimento di ricerca ritmica particolarmente ispirato quello firmato DJ Khalab, che sarà possibile apprezzare dal vivo nell’ambito di due tra le più interessanti manifestazioni dell’autunno: il 3 ottobre a Bologna nella cornice del Palazzo Re Enzo che ospita la sesta edizione del roBOt Festival, e il 14 novembre per il Roma Europa Festival al Teatro Palladium, in un incontro inedito con le autentiche pulsazioni africane del grande polistrumentista e poeta griot Baba Sissoko.