Per inaugurare l’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il suo direttore artistico, Marco Müller, sceglie la commedia corale di Giovanni Veronesi, L’ultima ruota del carro, storia vera di un “uomo onesto per tutta la vita”, Ernesto Fioretti (che sullo schermo ha il volto di Elio Germano), e di un Italia in balia degli eventi, dall’uccisione di Aldo Moro alla vittoria ai mondiali di calcio dell’82 fino a Tangentopoli e alla scesa in campo di Silvio Berlusconi. Veronesi, lontano dai diversi, troppi, manuali d’amore e anche dalla politica degli incassi di Aurelio De Laurentiis descrive così il protagonista della pellicola:
“Un’esistenza ricca di eventi, grandi e piccoli, collettivi e privati, spesso ai limiti dell’incredibile, da lui vissuti come un testimone privilegiato (…) Attraverso i suoi racconti ho visto passare davanti agli occhi quasi quarantanni di storia italiana e ho pensato subito che, nascosta dietro quell’uomo così candido e discreto, ci fosse una vicenda umana sorprendente (…) Una vita così meritava di essere subito portata al cinema.”
Müller predilige un genere a cui né il pubblico festivaliero né la critica sono abituati, un linguaggio scanzonato, ironico e grottesco che di norma i festival e le mostre d’arte cinematografica bistrattano, considerandolo troppo popolare, secondo uno strano assunto per cui la risata è sinonimo di stupidità. È chiaro, quindi, l’intento di rimarcare una differenza, un’unicità che vuole l’evento di Roma come una festa per tutti, in cui c’è posto anche per il cinema di genere.
A chi, durante la conferenza stampa di apertura, gli chiede un po’maliziosamente perché proprio il film di Veronesi per aprire la manifestazione, risponde senza imbarazzo: “Soprattutto perché è un film italiano, ma ci metto le virgolette, perché secondo noi ha molte possibilità di viaggiare ben oltre le frontiere del nostro paese e poi perché segna la possibilità di un ritorno di quella grande stagione cinematografica che è sta la commedia all’italiana – uno de modi più forti per affermare nel mondo il Made in Italy che si è affermato certo grazie ad autori come Fellini, Rossellini, ma anche grazie a quel filone popolare.”
La promessa, fatta nei giorni precedenti, di un festival molto più vicino a Toronto che a Venezia sembra, almeno per il momento, mantenuta e forse non è un caso che la madrina scelta per la serata di inizio sia proprio un’attrice popolare e molto televisiva come Sabrina Ferilli. Accanto a lei sul primo red carpet, il cast di L’ultima ruota del carro riunito per l’anteprima al pubblico: sotto il flash dei fotografi hanno sfilato Elio Germano, Ricky Memphis, Alessandra Mastronardi, Elisa, per la prima volta autrice di una colonna sonora per il cinema, e naturalmente Giovanni Veronesi.
Quello del regista toscano non è il solo film italiano di questa prima giornata, c’è grande attesa anche per l’anteprima del documentario L’amministratore di Vincenzo Marra che apre la sezione CinemaXXI, uno spaccato di quotidianità di un amministratore di condominio tra i quartieri di Napoli.
Nella giornata di sabato, invece, sul red carpet è atteso Jared Leto, nei duplici panni di co-protagonista e front man dei Thirty Seconds to Mars, per la prima di Dallas Buyers Club di Jean – Marc Vallée, storia, anche questa reale, di Ron Woodroof, attivista texano malato di AIDS, interpretato da un Matthew McConaughey sorprendente, che però non sarà presente alla proiezione.
Chi ci sarà sicuramente, invece, è l’attore Joaquin Phoenix, protagonista dell’ultimo film di Spike Jonze, . Di lui, durante la conferenza stampa, Marco Müller ha detto: “Non solo ci sarà, ma si farà anche vedere”. La stampa e i fan sono già tutti in fibrillazione.
Chiara Ribaldo | Bake Agency