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Il giardino dell’immaginario – L’arte di Alessandro Bonaccorsi

alessandro bonaccorsi

Alessandro Bonaccorsi è un creativo – Graphic Designer e Illustratore freelance in Ravenna. Freelance per vocazione dal 2003, ha percorso questi undici anni in piena autonomia. Autodidatta, sperimentatore. Dopo aver proficuamente collaborato con aziende, istituzioni e altri professionisti. Ha saputo coniugare l’arte dell’illustrazione con la progettazione grafica, sintetizzando in questo modo due aspetti separati di una sensibilità comune. Il suo mondo interiore, l’orizzonte immaginario delle proprio suggestioni e quello fisico del foglio di carta accolgono le traduzioni istintuali ed emozionali che dal concept, l’idea da comunicare visivamente, dettano i percorsi del proprio tratto, i risvolti del proprio segno. Segno personale, cifra riconoscibile, stile. Ama pensare il suo laboratorio come un giardino e di conseguenza definirsi “giardiniere dell’immaginario”. Artista e artigiano. Ha  di recente pubblicato un volume anche in versione ebook per i tipi della Alkemia Books  dal significativo titolo. “Illustrazione. L’immaginario per professione”. Un libro che se avesse avuto a disposizione per se stesso tanti anni fa lo avrebbe di sicuro aiutato nella sua professione e che oggi, come autore, ha pensato bene di scrivere per venire incontro a quanti stanno affrontando il suo stesso percorso. Anni fa le riviste scarseggiavano e i libri costavano un occhio della testa, questo prima dello sharing offerto da internet e dall’opportunità di raccogliere infinite diramazioni della creatività internazionale sotto forma di link. Se vogliamo questo progetto editoriale, di cui è direttore creativo e che segue con la massima cura,  rappresenta una costola del suo impegno divulgativo ben rappresentato dal suo blog zuppagrafica attraverso il quale veicola contenuti che oltre ad affrontare le tematiche specifiche della professione, gli strumenti e i protagonisti vuole essere un utile compagno di viaggio per i più giovani. Un intento questo che si completa nei suoi momenti didattici: workshop e seminari. Il libro si muove seguendo due importanti piani di lettura. Da un lato lo specifico creativo. L’itinerario che dalla committenza, dal brief porta alla sua realizzazione. “Ogni illustrazione nasce da un bisogno di comunicazione”, da qui nasce il processo creativo che Bonaccorsi insegue nelle sue fasi principali: l’avvio del processo, la ricerca dell’ispirazione, l’immagine mentale e la fase esecutiva. A questa esplorazione valgono sicuramente la lettura di questo interessantissimo libro, tutte quelle note a margine del ruolo e della figura del grafico illustratore in Italia. Basta con le lamentazioni. Non ci sono più scuse per chi svolga questa attività anche come freelance per non rimboccarsi le maniche e sfruttare a pieno le nuove occasioni che internet e i canali social offrono al grafico per farsi conoscere ed essere artefice del proprio successo. La filosofia dell’immaginario ha necessariamente bisogno di una verifica pratica relativamente alla necessità di un riconoscimento che questa professione deve avere per forza di cose. Uscire dallo stato di minorità e di minoranza. A partire da quella che ancora oggi trova discutibile catalogazione in alcune librerie dove è possibile trovare il prodotto grafico sotto l’indicazione di “arte minore”. L’indice di questo volume è significativo ed evocativo ed evidenziato in capitoli come La colonna sonora del subconscio, La forza degli archetipi, I luoghi comuni dell’illustratore-vittima e Un nuovo modello per il futuro: l’illustratore-imprenditore. Ulteriore piano di lettura ovviamente è quello offerto dalla conoscenza e presentazione di importanti nomi dell’illustrazione italiana e internazionale: Gianni De Conno, Guido Scarabottolo, Emiliano Ponzi, Edel Rodriguez, James Jean, Klaus Haapaniemi, Yuko Shimizu, tra gli altri. I suoi lavori possono essere visionati a partire dal suo sito personale www.bonaccorsiart.com

L’immaginario per professione

La mia formazione è quella di autodidatta. Questo mi ha permesso di accumulare esperienze differenti attraverso un percorso del tutto particolare. Non è difficile, facendo questo mestiere, osservare come l’Italia sia lontana dal mondo anglosassone e come determinate cose che sono la normalità qui da noi non esistono. Proprio costruendo la mia esperienza, esperienza decennale come freelance in provincia a Ravenna ma anche a Roma, sono passato dalla grafica all’illustrazione, una passione che ho sempre coltivato. L’utilità di questo libro nasce dal fatto che viene a colmare una lacuna. Mancano in Italia delle pubblicazioni che parlino specificatamente della professione grafica e in particolar modo dell’illustrazione. Questi due mondi non sono separati. Per questo mi sono posto il problema inizialmente di creare una casa editrice o se fosse preferibile appoggiarmi ad una realtà esistente per produrre dei titoli non solo che facciano conoscere i protagonisti ma anche far conoscere il mestiere e i signiificati di questa professione. Da qui nasce la collaborazione con la Alkemia Books. Questo, sull’illustrazione in generale, è il primo titolo. In Italia non ci sono libri che possono venire in aiuto di chi fa questo mestiere. È importante per un giovane potersi confrontare con un professionista che possa trasmettergli qualcosa. Come ispirazione ho pensato alla Taschen: raccogliere monografie di illustratori italiani affermati che abbiano un esperienza da insegnare, delle storie particolari. Il prossimo libro che uscirà a febbraio è dedicato a Gianni De Conno e alle sue illustrazioni sopratutto per l’infanzia e il mondo dei ragazzi. Mi è sempre sembrato assurdo che non ci siano dei libri che raccontino le immagini e la storia di questi illustratori importanti per l’italia. Inoltre stiamo pensando alla nostra collana come ad un contentiore per libri illustrati. Cerchiamo di muoverci attraverso canali di distribuzione particolari. Abbiamo un distributore di Bologna per il Centroitalia mentre per le grandi città abbiamo contatti diretti con le librerie .L’ebook e il cartaceo sono importanti se messi insieme perché l’ebook è un veicolo importante che riesce ad inserirsi in mercati e nicchie che il cartaceo non raggiunge.

La grafica nella rete

Sono un quarantenne della generazione internet. Compravo libri e riviste alla Feltrinelli. Andavo a Firenze in negozi specializzati e quei titoli costavano molto. Mi sono formato un poco su delle riviste e sopratutto grazie ad un amico art director che viveva e lavorava a Londra, un tramite importante con il quale sono entrato nel mondo digitale di photoshop. L’esperienza di lavoro a Roma mi ha messo a contatto con realtà più grandi. Ho un blog  di grafica perché ho migliaia di feed che seguo e che mi hanno ispirato… a vedere la fonte originale ci sono dei blog nascosti o piccoli pieni di info utili. Come aggregatore di feed uso Netnewswire un software col quale mi trovo bene. Mi serve molto specie da quando ho iniziato ad aprirmi ai canali social e a diffondere materiale su Twitter e Facebook.

Arte maggiore e Arte minore

La divisione è semplicistica dovuta alla pigrizia di chi fa le categoria  ma la colpa è anche della Grafica e dell’Illustrazione che  non ha saputo valorizzarsi. Non siamo mari riusciti a fare granché. Le associazioni di categoria sono utili però vedo che le associazioni non sono mai riuscite a rendere giustizia a quesa professione anche se le cose adesso stanno fortunatamente cambiando. All’estero c’è rispetto e riconoscimento per la professione. In Inghilterra fino a qualche hanno fa nelle scuole elemenari veniva dato agli scolaretti un kit del piccolo tipografo per imparare come è fatto un libro e come dietro di esso ci sia un grafico, un tipografo.  Sicuramente ci sarà stata un’associazione di categoria che lo ha imposto. In italia noto come siamo sempre  buoni a lamentarci per lo più. Grazie ai giovani questo atteggiamento sta cambiando. Le nuove leve sono molto più attente al mercato quindi fra qualche anno cambieranno le cose e le illustrazione e la grafica saranno più conosciute anche nel nostro Paese.

Ispirazioni 

Cerco di non copiare e non ho mai guardato a qualcosa di specifico. Mi guardo intorno e  e accumulo. Ad un certo punto sintetizzando tutte queste immagini visive raccolte inconsciamente è come se ne facessi un frullato. Mi piacciono gli originali e gli sperimentatori. Dal lavoro di Nicoletta Ceccoli fino agli artisti che fanno Street Art. Se devo indicarti un nome devo dire che ho sempre seguito con interesse e passione il lavoro di Lorenzo Mattotti. 

 

Modalità

Bisogna cercare di essere aperti, di lasciare che le cose arrivino e non avere fretta. Quando arriva una commissione cerco il senso del brief  e lo approfondisco nella ricerca di particolari visioni e associazioni di idee che possano funzionare. Più che immagini cerco relazioni. Per avere idee faccio schizzi veloci nella mente o su carta e poi diciamo che il mio metodo parte dalla manualità. Lavoro ovviamente sulla forma e sul segno fino a che non trovo il tratto giusto con i committenti. Il tutto procede attraverso degli step. Faccio schizzi a matita per far vedere le idee attorno a cui mi muovo e dal disegno a matita passo al digitale. Lavorando in digitale sia ha sempre la sensazione che  le illustrazioni non finiscano mai di essere perfettibili e anche riguardandole a distanza dalla pubblicazione non escludono ulteriori modifiche. Quelòlo che è importante nella gestione del rapporto con la committenza è quello di cercare di essere liberei dai condizionamenti, di capire qual’è la tua voce espressiva, cercando di lavorare rispettando la propria vocazione e non facendo l’imitatore. Negli ultimi due anni ho deciso di fondere l’anima del progettista con quella dell’illustratore. Le ultime commissioni sono state dei lavori interessanti, alcuni lavori  anche piccoli come il progetto per un gruppo di musica indie che mi ha dato comunque molte soddisfazioni. Sto continuando a lavorare con un mio cliente storico, Max Meyer. Altri progetti riguardano le affissioni per il Teatro dei burattini e un progetto istituzionale che riguarda Ravenna, candidata come capitale della cultura. Mi piace essere ricosnosciuto per i lavori  che ho fatto e per quelli che faccio in modo da essere riconosciuto dalla cittadinanza per il mio stile. 

Zuppagrafica

Con il blog ho aumentato la mia presenza sui social. Ricevo molti feedback dai giovani che sono molto più informati di me. Cerco di creare cuirosità e  stimolo i pèiù giovani che si muovino, cerchino e si guardino intormo a loro. Per questo do molto riferimenti. Cerco inoltre di mostrargli  le interconnessioni. L’importante è che non si fermino non siano prigri. La curiosità è essenziale. Da quello che vedo non usano internet con la stessa voracità come l’abbiamo usata noi. Usano internet spesso in modo superficiale e rischiano di perdersi visto che in giro ormai c’è veramente tanto, troppo da vedere.

La colonna sonora del subconscio

Mi piace tantissimo il silenzio e lavorare in silenzio quando progetto. Ultimamente ho imparato ad ascoltare musica contemporanea. Ad esempio il painoforte di Cacciapaglia che trovoa anche su Spotify. Vengo dalla generazione di napster. i Sigur Ros, che ascolto con passione li ho  scoperti lì. Quando faccio illustrazione mi serve spesso qualcosa di molto emozionale che mi tiri su che mi agganci… può essere la musica da Nick Cave come quella di Anthony And The Johnson. Canzoni e musiche che mi permettono di entrare in una specioe di trance. Nel lavoro di De Conno c’è anche molta musica visto che è diplomato al conservatorio. La musica ti da il ritmo e ti fa entrare in una trance creativa assolutamente necessaria.

Luca Perini | Bake Agency

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