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In the mood for analog. La nuova ondata della fotografia analogica /1

#blowup #lomography #macchineanalogiche #ilritorno parte 1

«Non pensare, scatta!». Ecco il motto della lomografia. Tutto ri-nasce negli anni novanta, quando «due studenti austriaci trovano in un mercatino alcune macchine fotografiche 35 mm compatte di marca LOMO. Il nome è un acronimo che identifica anche il luogo di origine: Leningradskoe Optiko-Mechaničeskoe Ob”edinenie» (fonte: Wikipedia). In pratica parliamo di un grandangolare medio con una focale di 32mm molto luminoso (f/2,8), che restituisce foto molto sature e vignettate. Ai lomografi il digitale non interessa e non interessa nemmeno la consumistica idea di avere subito l’immagine davanti a loro, materialmente. Si utilizza, feticisticamente, il laboratorio di sviluppo o, i più arditi, la camera oscura autoprodotta (ormai su ebay se ne trovano di diverse ad ottimi prezzi e su Google tanti blog ci spiegano come costruirne una in pochi passi e con pochi denari). Se ne erano perse le tracce, dei rullini e delle macchine fotografiche analogiche.

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«Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto». Altro claim, ma qui siamo su sponda Kodak, azienda nota soprattutto per la produzione di pellicole fotografiche analogiche. Kodak produce negli anni sia pellicole sia macchine fotografiche, e nel giugno di quest’anno ha annunciato che sarebbe uscita definitivamente dal mercato della fotografia analogica. Kodak chiude il cerchio: è inizio e fine di quel processo che diventa archetipo della storia della fotografia analogica. Solo che ne subisce il ritorno.

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Il ritorno dell’analogico, di cui la lomografia è solo uno dei fenomeni più in voga del momento, ha fatto sì che Kodak continuasse a produrre ancora le pellicole, ma oggi i fotografi hanno colto quella vena di estrema specializzazione che ormai coglie ogni singolo campo del sapere umano. Non solo rullini Kodak low definition ma anche (e soprattutto) pellicole top quality come le Ilford, Fujifilm, Agfa, Ferrania, Rollei, Orwo e la stessa Lomography (che ha iniziato a produrre e rilevare brevetti proprio dopo l’inizio di questa nuova ondata dell’analogico). E quindi di Kodak non sanno più cosa farsene. Massificazione dell’oggetto estetico “macchina-analogica”.

[continua]

Luigi Cristaldi | Bake Agency

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