Mi piacerebbe se potessi raccontarci come è nata la passione per la musica?
Era il 1963, avevo 5 anni e mezzo: era appena arrivata la TV in bianco & nero nel nostro paese. Ho visto qualcuno suonare il contrabbasso e ho detto ai miei genitori che volevo imparare anch’io!
‘Non sei ancora un po’ piccolino?’ Ha risposto la mia Mamma… ‘Forse è meglio cominciare con il pianoforte.’
A quell’epoca ero un ragazzo che ascoltava sempre i consigli degli altri, così cominciai a prendere lezioni di pianoforte tradizionale. In questo modo ho avuto due fonti d’esperienza: quella della radio e della television e quella della musica scritta (soprattutto dell’Ottocento).
Molto più tardi ho iniziato ad apprezzare la musica pop e rock. Il primo 45 giri che ho comprato era ‘Something in the Air’, Thundercap Newman, e il primo 33 giri ‘Ummagumma’, Pink Floyd.
Il pezzo che mi era piaciuto da impazzire era ‘Several Species of Small Furry Animals’. Da quel momento sono rimasto ‘Lost in Music’.
Come e perché è iniziato il progetto Family Fodder e qual è stato il rapporto tra lo stile dei Family Fodder e dei This Heat, storica experimental rock band inglese?
Il progetto Family Fodder è iniziato con lo scopo di fare uscire un disco (Santo Graal della mia epoca!). Pian piano sono stati coinvolti altri collaboratori.
Ho incontrato i ragazzi di This Heat nel 1976. Charles Bullen è diventato un mio grande amico e mentore.
Mi ha guidato nella scoperta di tutti i generi musicali che ascolto ancora oggi: la musica tradizionale e popolare d’Africa ed Asia, Steve Reich, Captain Beefheart, ecc.
Allo stesso tempo i miei amici di Family Fodder mi hanno fatto conoscere il Dub Reggae e la musica avant-garde, tipo quella di John Cage o Harry Partch.
I Family Fodder sono nati dal desiderio d’integrare queste influenze esotiche con la musica popolare.
Infatti sono stato considerato troppo commerciale dagli amici (anche se loro hanno venduto più copie!). Cercavo di creare piccoli classici del pop anni 60 però attraverso un filtro sperimentale.
I This Heat sono stati un ‘albums group’ (33 giri), un po’ impegnativo. I Family Fodder sono stati un ‘singles group’ (45 giri), anche se abbiamo seguito certe loro innovazioni come i 24 track tape loops!
Parli molto bene l’italiano quindi immagino che tu abbia un debole per questo Paese, raccontaci perché…
Non parlo molto bene, parlo simpaticamente. Faccio tantissimi errori ma comprendo molto bene l’idioma e riesco a farmi capire bene! Nel 1989, vivevo in Svizzera; con il francese andava già bene, però dopo un anno ancora non parlavo il tedesco.
Sono andato 2 settimane in vacanza in Italia e subito ho imparato l’italiano. Il vostro vocabolario mi sembrava familiare (dopo 3 anni di latino a scuola).
Suonavo musica di strada con la fisarmonica: allora il popolo italiano era accogliente verso stranieri! I vecchietti e i bimbi mi hanno aiutato a imparare la lingua e i suoi modi d’esprimersi.
Ho un debole per questo paese, il suo popolo e la sua cultura.
Attribuisco la colpa al 50% alla bellezza della Donna Italiana, al 30% alla Cucina e al 20% al Paesaggio.
Sono stato sposato con un’italiana e nostro figlio (di 10 anni) parla e legge tre lingue.
Chi è Johnny Human e come ha fatto a scrivere un progetto, secondo me molto bello, come “foreverandever”?
Johnny Human è un ragazzo molto simpatico, sempre in movimento ma difficile da trovare. Era il 1988, dopo i gruppi Family Fodder e Lo Yo Yo ho iniziato a girare con un ‘one man show’.
Avevo già un gatto che si chiamava Johnny Cat, poi anche un computer Atari, quindi mi è venuto in mente Johnny Computer.
Il nome dell’artista seguiva una certa logica! Suonavo le mie canzoni poi anche brani conosciuti, in maniera più o meno umoristica. Cantavo anche in francese, in italiano (anche in napoletano) e tedesco però sempre con la mia pronuncia fortemente inglese. Suonavo la chitarra elettrica, la fisarmonica e le tastiere, spesso con basi che avevo realizzato al computer.
Non era un gran successo: i fan della fisarmonica non hanno accettato il computer e vice-versa. Però la leggerezza eclettica e l’umorismo di Johnny non mancavano mai.
Per 3-4 anni ho fatto concerti in Italia, Germania e Svizzera dove avevo il domicilio in quel periodo. Alla fine ho iniziato una collaborazione con Vivienne Corringham, cantante post avant-garde straordinaria; così è nato il disco Foreverandever in CD. Due anni fa un’altra versione del disco è uscita sotto il nome Family Fodder.
La musica era un’evoluzione dello stile FF (pop psychedelic dub) verso il cabaret o ‘varietà’ EU con influenze varie come Gainsbourg, Piaf, Dietrich, Murolo, ecc.
Potresti indicarci i musicisti che hanno cambiato e/o influenzato il tuo lavoro?
Pop/Rock: i Beatles, Kinks, Syd Barrett, Velvet Underground, Fabrizio De André.
Soul: Motown, Stevie Wonder, Temptations, Marvin Gaye, Atlantic Soul.
Classical: Steve Reich, J.S. Bach, Erik Satie.
Brazil: Ton Jobim, Caetano Veloso.
Jazz: McCoy Tyner, Eric Dolphy, Evan Parker.
Africa: David Ze (Angola), Salif Keita, Hamza al Din, Amadou et Maryam.
Asia: Munir Bashir, Ravi Shankar, Farid al Atrache, Mohuiddin Dagar.
Tra questi i Velvets sono stati incisivi. Prima ascoltavo la musica ‘progressive’ e jazz rock. Tutto si concentrava su tecnica e virtuosità! Con l’opera di Lou Reed, John Cale o Nico sono entrato nel campo del primitivismo e liricismo profondo. Forse adesso ne abbiamo sentita troppa però all’inizio sembrava rinfrescante!
Ultimamente ascolto i Taqsims (Maqamat Arabica) o gli Alaps (Raga Indiana). Per me questa è Musica espansiva e generosa.
Quale artista o scena musicale reputi interessante o meritevole di attenzione del panorama musicale attuale?
Sono tanti ma purtroppo sono invisibili. C’era una volta in cui noi, musicisti, avevano una mantra (neo-Marxista se vuoi): ‘controllare le medie di produzione’, avere il proprio studio di registrazione. Ci siamo sbagliati!
La battaglia vera era nel campo della distribuzione. Oggi lo studio di registrazione costa poco e viene spesso fornito gratis. La distribuzione invece rimane nelle mani delle grandi multinazionali.
La distribuzione è come l’acqua: cerca sempre il livello più basso.
I giovani musicisti sono bravissimi, hanno tutta la storia della musica a disposizione… Niente e vietato per loro! Però rimangono invisibili a causa degli algoritmi monolitici della Silicon Valley.
Per tornare al punto: i nuovi artisti sono bravi, diversi e tanti. Per motivi di solidarietà scelgo di nominare due giovani collaboratori di Family Fodder: Mae Karthauser e Darlini Singh Kaul.
Questi sono I Yacht (USA) riprendendo un brano di FF: ‘Fuck you till I’m Dead’.
Qual è un festival o un evento dove vorresti suonare?
Non ho mai amato i grandi festival… Preferisco le situazioni più intime!
Però trovo affascinante il ‘Burning Man’.
A parte questo mi interessano i concerti piccoli in club – anche unplugged – dove il pubblico lo guardi direttamente negli occhi!
Per raggiungere una più vasta audience, il mio sogno sarebbe di scrivere la colonna sonora di un bel film, seguendo le orme del maestro Morricone!
38 anni fa ho scritto la canzone ‘Film Music’ per FF ma purtroppo, fino ad ora, nessuno mi ha chiesto una musica per un film.
Questo è l’ultimo disco FF…