L’antichità romana rispetto alla contemporaneità dettata da Cirque du Soleil
Non sono solo le piante che fioriscono con l’arrivo della primavera. Con l’inizio della nuova stagione si risveglia anche la scena culturale di Roma: nella culla dello spettacolo antico arriva il circo più grande del mondo contemporaneo. Il 21 marzo Under The Grand Chapiteau si è svolta La première di KURIOS – Cabinet of Curiosities, presentato da Show Bees e Vivo Concerti.
Siete KURIOSi di conoscere le differenze tra gli intrattenimenti delle due epoche diverse? Allora signore e signori, che lo spettacolo abbia inizio!
Lo sfondo storico del Cirque du Soleil a Roma
Vecchio vs nuovo. Circo Massimo vs Cirque du Soleil. I due concetti del tutto differenti. Per comprendere al meglio ciascuna delle idee, occorre fare un ripasso della storia.
L’anfiteatro romano più riconosciuto è il Colosseo, ma il circo antico nacque ancora prima, intorno al VI secolo a.c. La sua maggiore crescita come un posto delle gare avvenne sotto il regno di Giulio Cesare. Grazie a lui, Circus Maximus, già con la struttura di muro, cominciò a “divertire e ingannare il popolo romano con emozioni forti”. Eventi principali che ci si tennero, furono le cacce dei animali selvatici (venationes), corse dei carri e tornei dei gladiatori.
Il circo moderno incarnò una via di mezzo tra l’antichità e contemporaneità. Fu Royal Circus di Londra che nel 1782, per la prima volta, venne definito con questo nome intendendo un attività simile del compagnie recenti. Tra i protagonisti della company moderna si trovarono non solo creature feroci, ma anche le persone con apparenze insoliti. Le società itineranti dell’epoca iniziarono ad esibirsi sotto i tendoni, dando priorità ai tournées invece di palazzi fissi.
Finalmente, nel 1984, Guy Laliberté e Gilles Ste-Croix, due artisti di strada canadesi fondano il circo “soleggiante”. Nei pressi di Québec si forma un collettivo artistico, per poi poter trasformarsi nel produttore globale.
“When I need to take time to reenergize, I […] watch the sunsets. That is where the idea of ‘Soleil’ came from, […] because the sun is the symbol of youth and energy”, spiega uno dei fondatori.
Tra passato e futuro. Le differenze e somiglianze principali
“Sangue, sudore e lacrime” costituirono l’essenza delle sfide antiche. Gli sconfitti persero la vita, le prede delle cacce diventarono trofei dei cacciatori. La morte dei guerrieri e animali fu una parte normale della realtà del tempo.
Ormai lo spettacolo circense viene associato alle coreografie ginnastiche sorprendenti eseguite da veri e propri atleti. Ovviamente con l’aiuto da parte dei sistemi di assicurazione. Se invece l’attrezzatura o il corpo fallisca? L’80% di 6701 infortuni analizzati nel Injury Patterns and Injury Rates in the Circus Arts An Analysis of 5 Years of Data From Cirque du Soleil richiedeva sette o meno trattamenti e comportava la perdita di uno show al massimo.
Nondimeno è l’acrobatica, una delle opere circensi principali, che abbia il percentuale dei infortuni più alto. Essi possono causare una pausa di addirittura 15 esibizioni di seguito. E sebbene il percolo non sia più l’obbiettivo del performance a sé stesso, sembra che il rischio rimarrà definitivamente iscritto nel mestiere di un circense. Ragione in più per apprezzare il livello artistico.
Nonostante che dentro alcuni circhi sia ancora possibile vedere i “cuccioli” (Culpepper & Merriweather Circus, Loomis Bros. Circus o Maya Orfei – Circo Madagascar, il più grande circo d’Italia), la presenza degli animali registra una tendenza al ribasso. Oltre le campagne di sensibilizzazione, si osserva modifiche legislative. Già nei 15 paesi dell’Unione Europea vigono regolamentazioni al livello nazionale. Lo stesso vale per lo stato di nascita del Circus of the Sun. In Canada, con piccoli eccezioni, esistono restrizioni all’esibizione degli animali selvatici sulla scena. Il progetto nordamericano fin dall’inizio è stato famoso per i suoi esseri “invisibili” o carismaticamente sostituiti da puppets.
Come allora così anche oggi, è visibile la diversità etnica. Ai vecchi tempi i gladiatori, sia schiavi che volontari, vennero dai paesi più remoti del Impero Romano. La ricchezza originaria suona il primo violino anche adesso: 50 su 122 membri del tour sono delle 17 nazionalità diverse.
Non meno interessante è la questione dei costumi. Nell’antichità si trattò del equipaggiamento di varie forme militari: dallo scudo rettangolare, spada corta, elmo con pennacchio e protezioni di bronzo di Samnis, attraverso la tunica, scudetto rotondo e lancia di Eques, fino al tridente, pugnale e rete da pesca portato da Retiarius. Ormai, a parte di travestimenti complessi (Accordian Man), le uniformi dei ginnastici sono leggere e aderenti al corpo affinché non limitino i movimenti durante l’esecuzione delle acrobazie complicate, ma sempre dotati di colori e fantasie. Tuttavia, i motivi marittimi non mancano neanche in KUDOS.
Sicuramente ogni amante del cinema almeno una volta nella vita, per vari motivi, si è trovato davanti a un dilemma di uscire dalla sala di proiezione e perdere una scena importante. Al nouveau cirque perdere qualcosa è inevitabile. Ogni personaggio ha in serbo una storia da raccontare, ogni figura, indipendentemente dall’atto principale, lotta per l’attenzione dello spettatore. L’audience viene sottoposta all’interazione costante facendo la partecipazione attiva dello spettacolo. L’attività del pubblico dell’antica Roma si ridusse piuttosto al decidere il destino del gladiatore o indossare i colori assimiliate al concorrente preferito.
Le gladiatrici combatterono dalla seconda metà del I secolo. Gli avvenimenti con la loro partecipazione furono ritenuti rari e di lusso (ma anche buffi e assurdi) mentre contemporaneamente le donne rappresentano una parte significativa della troupe.
Il Circo Massimo ospitò fino a 300mila persone, mentre la costruzione stabilita a Tor Di Quinto accoglie fino a 2.500 spettatori.
Il grande ritorno (alle origini)
Lo spettacolo arcaico dovette fornire panem et circenses, ma anche “render forte e ardita la Gioventù Romana per la guerra”. I competizioni si svolsero con l’obiettivo di dimostrare il potere dell’Impero essendo un elemento importante del culto del sovrano.
L’impresa di oggi è invece un odore del popcorn mescolato con la dolcezza soffocante della nebbia artificiale: l’atmosfera situata da qualche parte tra il cinema e teatro, opera e stadio. Gli oggetti scenografici di Cabinet of Curiosities, a colpo d’occhio, ognuno da una storia diversa, operano in perfetta sinergia. Il circo contemporaneo trabocca del mistero, gioco, ossimoro, curiosità. È pieno delle meraviglie da non dimenticare.
Tutte le caratteristiche dei concetti trattati, quest’anno si incontrano nella capitale. La terra su cui una volta ebbero luogo battaglie all’ultimo sangue, in periodo primaverile, ospita una famiglia di costumisti, ballerini, musicisti e tecnici che divertiranno, insegneranno, e stupiranno i cittadini.
Secondo Gianmario Longoni, l’istituzione del circo si sta riunendo alle sue radici italiane. Cirque du Soleil “ci fa tornare […] alle origini della nostra natura emotiva, […] della nostra cultura”, afferma il Direttore Artistico e Organizzativo Show Bees.
Alessandro Serena, un esperto dell’arte dello spettacolo diceva invece:
Il circo è un mondo tanto affascinante quanto opaco: se ne parla molto, pur sapendone spesso poco o nulla. Una creatura a molte facce, in grado di evocare sia un universo di magia che un cosmo di confusione […].
Lo show, a prescindere dalla forma che assuma, must go on. And so will be. Il Cirque du Soleil sarà in Italia dal 21 marzo al 29 aprile (Roma) e dal 10 maggio al 25 giugno (Milano).
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