L’ULTIMA NOTTE D’AMORE E’ LA PROVA CHE LO POSSIAMO FARE
L’ARTICOLO NON CONTIENE SPOILER SUL FILM.
“Vedo scemare il rispetto che c’è all’estero per il cinema italiano e per le sue professionalità” e “voglio ricreare fiducia nel cinema italiano”.
Sono forti le posizioni di Pierfrancesco Favino nei confronti del cinema nostrano. Non è una novità che il famoso attore italiano nutra uno spiccato interesse nei confronti del mondo dello spettacolo e che tenga sinceramente al settore audiovisivo del nostro paese. In tantissime interviste ed occasioni Favino ha messo bene in evidenza il suo pensiero e le sue intenzioni: è sempre stato suo desiderio quello di gridare al mondo la validità del cinema italiano, la sua importanza e la sua potenza.
Con L’ultima notte di Amore c’è riuscito, e il cinema italiano muove un importante passo verso il riconoscimento dei suoi meriti.
Forte, diretto, spietato, spontaneo, e anche un bel vedere per l’occhio. L’ultima notte di Amore è un film che tutti dovremmo andare a vedere in sala. Il film che può far capire quanto sappiamo essere grandi. Il film che grida che siamo arrivati.
La trama di L’ultima notte di Amore
“Il tenente di polizia Franco Amore viene chiamato la notte prima del suo pensionamento su una scena del crimine che ha coinvolto il suo migliore amico e collega Dino, causandone la morte. Il tempo scorre, ma la notte sembra più lunga del previsto per Amore, che deve cavarsi fuori da un terribile guaio”.
Al minimo storico gli interventi della computer grafica (orgogliosamente tagliata fuori), una sceneggiatura tutta italiana, una colonna sonora da brividi, avvolgente e suggestiva, che solletica l’attenzione di chi guarda e fa stringere la poltrona: guardare L’ultima notte di Amore significa correre al fianco di Franco Amore, stringere la pistola con lui, tremare con lui.
Dalla regia di Andrea di Stefano, l’ultimo film di Favino è un piccolo, grande capolavoro italiano che può dare una lezione a noi e a chi vedrà il film in un altro paese: non c’è assolutamente nulla che ci manca e non siamo inferiori a nessuno; il nostro cinema non è spettacolare quanto quello americano ma è potente. Il cinema italiano è davvero potente.
L’ultima notte di Amore si svolge nell’arco di una notte. E’ un film spietato che colpisce duro facendosi beffe del protagonista, un uomo corretto e valido che per tutta la vita non si è mai concesso il lusso di un errore durante il lavoro e che, nonostante abbia tenuto in mano una pistola per trent’anni, può vantarsi di non aver mai sparato un colpo.
Questo è Franco Amore: un uomo comune che ha lavorato tutta la vita senza mai venire meno a se stessa. Una persona coraggiosa, ferma, attenta. Un protagonista corretto, un protagonista buono, nobile, che cattura subito il cuore dello spettatore, e sa trascinarlo via con sé quando il suo mondo comincia ad andare in pezzi. Un protagonista che potrei essere io. Che potreste essere voi. Un protagonista che soffre il peso di un tremendo gioco del mondo. Un mondo sleale che gioca la sua carta alla persona sbagliata.
L’ultima notte di Amore non ha esplosioni spettacolari né dettagliata CGI ad abbellirlo. Racconta un realtà cruda, e un avvenimento semplice, una vita normale di un uomo normale sconvolta da un errore. Poche ore in cui tutto cambia. La potenza scatenante di un singolo fattore. Un piccolo, misero errore che ha la forza distruttiva di cancellare tutta una vita. Questa è la forza del film: chiunque può essere il poliziotto Franco Amore. Io, voi, noi siamo Franco Amore. Questa è la forza della trama: non è complessa, è vera.
Un capolavoro visuale e sonoro
Con L’ultima notte di Amore non abbiamo nulla da invidiare alla regia americana. Ogni ripresa è studiata nella posizione, nei movimenti, da inquadrature ampie e caotiche a campi più stretti e claustrofobici. Suoni, musiche, trucco, regia, recitazione: c’è tutto nell’ultimo film di Andrea Di Stefano, che ci strega con una sceneggiatura semplice e diretta, e per questo efficace, ma mai banale o fiacca. Meraviglioso il finale di un meraviglioso film, che ci offre l’ultimo sguardo sulla vita del tenente prima che tutto crolli su se stesso: uno splendido punto, doloroso come un pugno, doloroso come se fossimo noi al suo posto.
E forse ci siamo tutti, al posto di Franco Amore. Siamo tutti il poliziotto che non ha mai premuto il grilletto e che ora deve fare i conti con la sua ultima notte, che si è visto cadere ingiustamente in pezzi per un singolo, tragico errore. Per il desiderio di avere di più da un mondo che non gli ha dato abbastanza per troppo tempo.
Se potete andare in sala a guardare L’ultima notte di Amore, fatelo.
E vi prometto che non ve ne pentirete, perché non gli manca proprio niente.
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