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La birra ed il calcio: un amore travagliato

Se chiedessimo a Midjourney di creare l’immagine un ultras intento a vedere una partita allo stadio probabilmente lo rappresenterebbe con una sciarpetta al collo e una birra in mano. Il calcio e la birra sono un’accoppiata vincente. Se ne è accorto poche settimane fa il Twente, squadra della massima lega olandese, che nello stilare il proprio bilancio ha notato un dato decisamente interessante. Nella scorsa stagione il club olandese ha guadagnato di più dalla vendita della birra allo stadio durante i match casalinghi che vendendo i propri giocatori durante il calciomercato.

Il rapporto finanziario parla chiaro: ben 10,5 milioni di Euro lordi (circa 6 netti) di incasso provengono dalla voce ristorazione. E ovviamente al primo posto tra i prodotti più venduti troviamo la birra, un rituale quasi irrinunciabile per molti tifosi. Una cifra superiore ai 6,5 milioni ricavati dalla cessione dei propri calciatori, che diventano appena 3,7 milioni se considerate anche le commissioni da pagare per ogni trasferimento.

Forse la birra non farà bene alla salute, ma sicuramente fa bene alle casse del club, che, anche grazie a questo dato, ha chiuso il bilancio relativo alla stagione 2022/2023 in positivo di circa 5 milioni di Euro.

QATAR 2022, I MONDIALI SENZA BIRRA

Come tutti gli amori più iconici, anche quello tra calcio e birra è stato messo spesso a dura prova.

Appena un anno fa fece scalpore la decisione degli organizzatori del Mondiale in Qatar di vietare la vendita di birra alcolica all’interno degli stadi. Dopo mesi di tentennamenti degli organizzatori, la decisione avvenne all’improvviso, appena due giorni prima la partita inaugurale dell’evento, per decisione del governo qatariota.

La birra ed il calcio
Gli organizzatori del Mondiale in Qatar vietano la vendita di birra alcolica all’interno degli stadi

Il divieto ha messo in crisi la storica partnership tra la FIFA e Budweiser, sponsor dell’evento fin dai mondiali del 1986. L’azienda, infatti, aveva sborsato ben 72 milioni di Euro per essere “la birra ufficiale della Coppa del Mondo” ed avere l’esclusiva sulla vendita negli stadi. Così, dopo il ban alla birra, Budweiser ha richiesto un forte sconto di 50 milioni in vista dei Mondiali 2026.

PAESE CHE VAI, NORME CHE TROVI

Anche in Europa la birra allo stadio è stata spesso oggetto di divieti e restrizioni. Solo dalla stagione 2018/2019 si può nuovamente bere alcolici durante la Champions League e le altre competizioni Uefa. Dal 2006, infatti, il massimo organo calcistico europeo, aveva vietato la somministrazione di bevande alcoliche durante le partite. Nell’estate 2018 è stato abrogato il divieto, rimettendo tutto nelle mani degli organismi nazionali di ciascun Paese membro Uefa.

In Scozia dal 1980 si può bere esclusivamente nelle aree hospitality degli stadi. In Inghilterra il consumo di alcool nelle aree dello stadio con vista sul campo è vietato dal 1985. Una norma pensata per cercare di ridurre il fenomeno degli hooligans e del tifo violento che recentemente è stata rimessa in discussione. Appare, infatti, surreale, il fatto che i tifosi possano bere a volontà nei bar dello stadio, ma se portano un drink al proprio posto rischiano di essere arrestati e multati. Questo crea anche difficoltà all’intervallo. Si formano file lunghissime al bar e i tifosi devono buttare giù velocemente la birra in meno di 15 minuti, prima che riprenda la partita. Chissà allora che presto la norma non cambi.

Certo è che i tifosi inglesi con una birra in mano spaventano un po’ tutti. Spesso scontri con la polizia e i tifosi avversari si sono verificati all’estero in caso di partite internazionali. Tanto che, in vista degli Europei 2024 in Germania, si sta pensando di vietare la vendita di birra ai supporter inglesi allo stadio.

In Italia la situazione appare più distesa. Il regolamento sugli alcolici varia da stadio a stadio ma solitamente sono consentite le bevande alcoliche fino a 5 gradi, in bicchieri monouso.

LE BIRRE-SPONSOR

La birra contribuisce al sostentamento delle società e delle manifestazioni calcistiche anche attraverso le sponsorizzazioni. Abbiamo già visto come la Fifa sia legata a Budweiser da decenni, grazie ad un ricco accordo. Heineken, invece, è partner Uefa e sponsor della Champions League e degli Europei di Calcio. La Jupiler possiede da anni il naming-right del massimo campionato belga. In Scozia, per anni, i due principali club del campionato, Celtic e Rangers, hanno condiviso gli stessi sponsor legati alla birra. Prima Carling e poi Tennent’s hanno scelto di sponsorizzare entrambi i club per evitare che i tifosi rivali boicottassero i loro prodotti.

Birre-Sponsor
Il calcio viene sponsorizzato dalle marche di Birra.

I tifosi italiani invece ricorderanno il Trofeo Birra Moretti, un triangolare amichevole che dal 1997 al 2008 ha segnato l’inizio della stagione. Molte squadre italiane hanno addirittura commercializzato delle proprie birre. La prima è stata l’Atalanta nel 2011, seguita dalla Fiorentina e dalla Roma. Di recente anche Juventus e Napoli hanno lanciato la propria birra a marchio.

Insomma, quello tra calcio e birra è un matrimonio che fa felici tutti. Le società, che aumentano i propri introiti, le aziende, che raggiungono facilmente un target ideale, e i tifosi che possono brindare in compagnia.

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