L’introduzione della tecnologia aptica nel telefono ha radicalmente aumentato il livello di coinvolgimento nel rapporto Uomo – Macchina. Le cornici sono sempre più ridotte e gli schermi più allungati furono i cambiamenti più evidenti, ma non quelli più importanti. Con i nuovi modelli, il telefono smise di stare in casa ed iniziò ad accompagnarci in tutte le nostre attività quotidiane. L’obiettivo era quello di rendere l’apparecchio simile ad un computer aumentandone la possibilità di interagire con un’interfaccia stimolante. Il telefono è ormai diventato un compagno onnipresente nelle nostre attività.
La comparsa dello schermo capacitivo
Nel corso di diverse generazioni, l’uso dell’apparecchio telefonico è decisamente cambiato rispetto al momento della sua prima adozione. L’IBM lancia il modello Simon nel 1992, seguito poi dal Nokia nel 1996. Negli anni 2000, entra in commercio il Blackberry e nel 2006 abbiamo il primo schermo capacitivo con LG e iPhone.
Lo schermo capacitivo è uno schermo sensibile al tocco che permette all’utente di interagire con un’interfaccia grafica mediante le dita. Lo schermo touch sostituiva mouse e tastiera, il che permette di avere allo stesso tempo uno schermo più ampio a parità di spazio utile e inoltre maggiore interattività diretta fra utente e dispositivo.
Il rapporto con la tecnologia nella quotidianità
La storia del telefono non ha definito solo il modo in cui comunichiamo, ma anche il modo in cui siamo produttivi. Un telefono non è solo parte della nostra scrivania, è un assistente virtuale che ci ricorda cosa fare e quando. L’utente trasmette un’informazione al sistema e l’interazione può manifestarsi in due modi:
- Il dispositivo impiega tempo per darci un feedback
- Il dispositivo ci dà un feedback in tempo reale
Nel primo caso, il meccanismo crea una separazione fra Utente e Risultato, rallenta il processo introducendo una sorta di distanza percettiva. Nel secondo caso, il touch screen agisce favorendo l’interazione diretta Uomo – Macchina il che ci porta dentro il dispositivo.
La ricerca del design: una sfida senza tempo
Il design dell’interfaccia touch è stato progettato per essere altamente reattivo e gratificante, stimolando così la produzione di dopamina nel cervello, il che ha contribuito ad una sorta di dipendenza dalla tecnologia touch screen che ci hanno portato sempre di più a voler evadere dalla realtà. I telefoni touchscreen sono stati un’enorme risorsa per averci dato accesso alle informazioni in modo facile ed immediato, ma hanno anche permesso di introdurre nuove sfide. Troppo spesso capita di sentire il bisogno di isolarsi da tutti. Il mondo virtuale è una realtà paradisiaca che inevitabilmente porta ad un rifugio dalla stressante vita odierna che sembra sempre più angosciante da gestire e che, purtroppo, minaccia la distruzione di un “io” che non sta attraversando il suo momento migliore.
Il progresso della tecnologia sta raggiungendo risultati incredibili, ciò fa riflettere sul possibile annullamento della distanza percettiva relativa al rapporto Uomo – Macchina. La dimensione reale e quella virtuale si andranno lentamente a fondere in unica dimensione; questo processo ha già avuto inizio, dai telefoni e degli apparecchi tecnologici che vengono ormai considerati come un’estensione indispensabile dell’essere umano.