“Leave means Leave” o “Brexit means Brexit” sono i principali slogan di coloro hanno appoggiato ed appoggiano tutt’ora l’uscita della Gran Bretagna dall’UE, ma che mai si sarebbero aspettati un percorso cosi lungo e difficile. E pieno di colpi di scena.
L’ultimo dei quali in questo Ottobre 2019, mese in cui sembrava veramente tutto fatto: accordo con l’UE trovato, definito “fantastico” dal premier britannico Boris Johnson ed “equilibrato” dal presidente della commissione europea uscente Juncker.
Eppure, ancora una volta è arrivato il colpo di scena: il Parlamento britannico ha bocciato ancora una volta l’accordo. Non ci sono stati i numeri.
Una sconfitta per Boris Johnson
Boris Johnson sembrava ad un passo dal traguardo, l’accordo era ufficiale e pareva anche poter avere i numeri al Parlamento. Numeri che invece non ci sono stati, con conseguente bocciatura ed (ennesimo) caos.
Nei momenti successivi alla bocciatura dell’accordo in Parlamento, era persino tornato lo spauracchio dell’uscita “No Deal”, ovvero uscita senza accordo con l’UE.
Situazione però prontamente evitata dall’UE stessa, che ha concesso in modo unanime il miliardesimo rinvio della data ufficiale della Brexit (ora fine Gennaio).
Dopo questo ennesimo rinvio, col Parlamento bloccato sui numeri e in una sostanziale situazione di stallo, con Johnson senza più una maggioranza chiara, l’unica soluzione è andare ad elezioni anticipate.
Elezioni che si terranno a metà Dicembre.
Cosa accade ora?
La data del voto è ancora incerta, dovrebbe essere tra il 9 ed 12 il Dicembre. Ci sono sostanzialmente 2 scenari.
1) Scenario 1: Boris Johnson vince le elezioni
Questo sarebbe lo scenario che porterebbe maggiore serenità e forse la chiusura definitiva della partita. Infatti, è importante sottolineare che il patto siglato tra Johnson e UE ma bocciato dal Parlamento britannico non è stato “dichiarato morto”, bensì congelato, messo in attesa.
Ciò vuol dire che nel caso Johnson vincesse le elezione e le vincesse bene, con un’ampia maggioranza, potrebbe allora sì avere i numeri in Parlamento per ratificare l’accordo di uscita creato. E questo di fatto metterebbe la parola fine alla questione già per Natale 2019.
2) Scenario 2: gli elettori bocciano Johnson
In questo caso sarebbe ancora una volta il grande caos. Una sconfitta del partito dell’attuale premier significherebbe che gli elettori stessi non approvano l’accordo, e quindi in quel caso tornerebbe in gioco tutto: trattative con l’UE, rinvii sulla data ufficiale di uscita, spauracchio No Deal, e persino secondo referendum.
Una vicenda complicata che continua a far discutere e che sta diventando abbastanza grottesca. Vediamo cosa deciderà il popolo sovrano britannico.