Indipendentemente dalla professione che si esercita, saper parlare in pubblico per una presentazione, una riunione, o anche solo per raccontare una storia, non è semplice: saper essere chiari, convincenti e completi nel poco tempo a disposizione non è affatto scontato.
Nel libro How to Deliver a TED Talk: Secrets of the World’s Most Inspiring Presentations, Jeremy Donovan dà alcuni suggerimenti utili a condurre un public speaking degno appunto del TED, la celebre conferenza annuale che vanta oltre 14.000 lezioni viste più di un milione di volte in tutto il mondo.
Come viene declinata l’ars oratoria nei tempi e nei modi dell’era digitale? Il maestro dell’oratoria Cicerone sarebbe oggi un buon relatore per una TED talk? Donovan suggerisce sette regole da seguire per tenere una conferenza convincente:
Presenta un messaggio chiaro e preciso: comunicare un messaggio coerente e preciso, destinandolo ad un pubblico specifico, rende l’esposizione più forte, facilitandone la memorizzazione.
Sii breve e vai dritto al punto. Il tempo di massimo 18 minuti concesso agli oratori del TED è sufficiente a spiegare l’argomento in maniera esaustiva ma è anche abbastanza breve da mantenere viva l’attenzione del pubblico. Un esempio? La conferenza “Meraviglie Sottomarine” dell’oceanografo David Gallo dura meno di sei minuti e ha oltre 8.5 milioni di visualizzazioni.
Utilizza il format del viaggio o dell’anticipazione. Secondo Donovan, le migliori TED talks seguono due strutture narrative di base: quella del viaggio, articolata in tre parti (chiamata all’azione, superamento degli ostacoli, soluzione) oppure il più comune format dell’anticipazione, nel quale l’oratore introduce una teoria e poi presenta una serie di casi a supporto.
Non usare le slide: utilizzereste delle slide per parlare ad un amico? No. Secondo Donovan “le slide rompono la connessione tra presentatore ed audience”, andrebbero quindi utilizzate solo se documentano i dati meglio di quanto non si farebbe a voce. Un celebre esempio è la conferenza del 2006 “How Schools Kill Creativity” di Sir Ken Robinson, vista più di 20 milioni di volte.
Fai vivere al pubblico un’ampia gamma di emozioni. Rivivere e far rivivere una storia è più efficace che limitarsi a raccontarla. Secondo Donovan è fondamentale creare empatia con il pubblico e coinvolgerlo nella storia attraverso voce, gesti ed espressioni, come ha fatto Amanda Palmer parlando della relazione tra artisti e fan in in “L’Arte di Chiedere”.
Utilizza strategicamente l’umorismo: lo humor aiuta a connettersi con il pubblico, sorprende, spezza la tensione. L’autoironia in particolare aiuta a costruire un rapporto con l’audience perché compensa il naturale dislivello tra l’oratore e i suoi ascoltatori.
Sfrutta il potere delle pause: la padronanza nel gestire i silenzi può aggiungere pathos alla talk. Una pausa può sottolineare dei punti salienti, creare un effetto drammatico e contribuire ad evitare gli spiacevoli “ehm” nel mezzo del discorso. Steve Jobs nel 2005 durante il suo famoso speech alla Stanford University “How to live before you die”, fece nove pause solo nel primo minuto.
Le regole di Donovan, con tutte le differenze del caso, non si discostano poi tanto da quelle che Marco Tullio Cicerone descriveva nell 46 a.C. nell’Orator: probare ossia sostenere ed argomentare la propria tesi in modo breve e chiaro, delectare ovvero esporre i fatti in modo vivace ed ironico, e infine movere, vale a dire coinvolgere emotivamente gli ascoltatori suscitando in loro una varietà di emozioni.
I modi in cui oggi è possibile condividere e usufruire della conoscenza sono innumerevoli e in continua evoluzione, ed è rassicurante sapere che alcuni principi basilari di una buona comunicazione siano immutati e imprescindibili.
Flavia Lazzaro | Bake Agency