Lisa Offside, nome d’arte di una delle più seguite creator italiane nel panorama calcistico, è riuscita a trasformare la sua passione per il calcio in un lavoro a tempo pieno.
Nata come appassionata di sport e social media, Lisa Offside ha iniziato il suo percorso creando contenuti spontanei ed informativi, fino a lasciare un lavoro stabile in banca per dedicarsi completamente alla produzione di video per piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube.
Oggi è un punto di riferimento nella narrazione calcistica sui social media, collaborando anche con Sky Sport, i suoi numeri lo confermano: 167.000 follower su TikTok, 226.000 su Instagram e contenuti che superano spesso il milione di visualizzazioni.
L’abbiamo incontrata al Social Football Summit 2024, uno dei principali eventi in Italia dedicati alla comunicazione ed all’innovazione nel calcio, tenutosi il 19 e 20 novembre scorso, nello scenario unico dello Stadio Olimpico di Roma.
Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda a Lisa Offside e scoprire di più sul suo approccio unico al racconto calcistico.
Se dovessi ricominciare totalmente da zero, facendo conto che domani i tuoi numeri si azzerino, che cosa faresti, che tipo di contenuti porteresti e a quale target ti rivolgeresti?
“Sicuramente mi concentrerei su piattaforme verticali come TikTok e Instagram perché permettono di intercettare più pubblico e i contenuti sono obiettivamente più semplici.
Come creatività, non avendo né accessi né conoscenze, partirei con curiosità legate al mondo del calcio, che è un po’ quello che sto facendo adesso. Per esempio, ho parlato recentemente di Tiago Leal, il vice di Paulo Fonseca, ed è un video che è andato molto bene.
Ovviamente oggi ho una fan base più massiccia ed è più semplice che un video vada bene, ma se il contenuto è di qualità e piace alla gente, anche se il pubblico è più piccolino, c’è una buona possibilità che la piattaforma lo spinga.
Poi porterei sicuramente contenuti originali. Andrei a vedere le partite, comprando i biglietti, cosa che comunque faccio ancora oggi, anche se avendo tanti contatti la gente pensa che me li regalino e basta. No, mi compro i biglietti, vado a vedermi le partite e cerco di fare video più originali, come quello che ho fatto sul terzo anello di San Siro, che è andato anch’esso molto bene e per farlo non ho avuto l’aiuto di nessuno.”
Come differenzi la tua comunicazione tra Instagram e TikTok?
Credo che questo sia un mio difetto, nel senso che porto contenuti molto simili. Il 90% delle volte quello che pubblico su Instagram, lo pubblico anche su TikTok. A volte ritengo un contenuto più adatto a TikTok e lo pubblico solo lì, ma è raro che accada il contrario.
TikTok ha un linguaggio molto più giovanile, meno impostato e un pubblico probabilmente più piccolino. Quindi sarebbe giusto adottare una tipologia di comunicazione diversa. Però non ho ancora sviluppato dei contenuti solo per TikTok ed è una cosa che posso sicuramente migliorare.
Quanto studio e quanta preparazione c’è dietro a un singolo video?
“C’è abbastanza studio! Per un video vlog, ad esempio, penso prima a come costruirlo e preparo uno script di base. Ovviamente non puoi prevedere tutto ciò che accadrà durante una partita o un evento, ma avere una traccia aiuta.
Per i video di approfondimento o curiosità, come quelli a bordo campo che faccio ultimamente, produco quantità enormi di materiale, spesso un’ora e mezza di girato. E ogni volta devo riguardarlo tutto con attenzione. E devo stare attenta a tutti i dettagli perché le chicche più belle le hai guardando il calciatore che indica il compagno o che dice qualcosa, quindi devi provare a studiare tutti i labiali e non è un lavoro semplice.
Poi una volta raccolto il materiale, metto giù lo script, lo registro e lo edito. Molto spesso si sottovaluta la fase del montaggio ma per montare un video tipo il bordo-campo, quindi più statico, ci vuole almeno un’oretta e mezza. Per un video vlog ci metto anche 7 ore!”
Quanto è stato difficile in quanto donna approcciare al mondo del calcio, che è ancora fortemente maschilista?
“È vero, il calcio è ancora un ambiente maschilista, ma ci stiamo lavorando e stiamo provando a trasformarlo. Sto cercando di far passare il messaggio che anche le donne possono stare in questo mondo.
Non è semplice. Essere donna ha i suoi pro e i suoi contro. Da un lato siamo in meno, e questo può rendere più facile emergere. Dall’altro, il percorso, poi, è più difficile: hai gli occhi di tutti puntati addosso e non puoi permetterti errori. Spesso aspettano solo un tuo passo falso per attaccarti. E i commenti sono spesso sgradevoli perché attaccano più il tuo essere donna che quello che dici.”
La storia di Lisa Offside è una testimonianza di passione nel mondo del calcio e dei social media. Nonostante le sfide legate al suo essere donna in un settore spesso ostile, Lisa continua a farsi strada, dimostrando che il talento e la preparazione possono superare le barriere. La sua capacità di connettersi con il pubblico attraverso contenuti originali la rende un punto di riferimento per molti aspiranti creator. Concludendo, è chiaro che Lisa non solo racconta il calcio, ma contribuisce attivamente a trasformarlo, ispirando una nuova generazione di voci femminili nel mondo sportivo.