Museo Ottocento Bologna è il nuovo museo che ha da poco aperto nel capoluogo Emiliano-Romagnolo. Il museo, patrocinato dal Comune di Bologna, è nato con l’idea di riabilitare la pittura bolognese dell’ottocento, su iniziativa della Fondazione Ottocento, istituita dalla storica dell’arte e archivista Francesca Sinigaglia.
“Museo Ottocento Bologna documenta le principali correnti stilistiche del secolo lungo visto dagli artisti dell’area bolognese” ha spiegato la direttrice Sinigaglia.
L’obiettivo dell’esposizione è arricchire il percorso espositivo cittadino dedicato al XIX e al XX secolo. Di conseguenza, il museo si inserisce in un progetto nazionale di dialogo con le principali istituzioni italiane.
Il museo si prefigura non solo come centro espositivo ma anche come polo culturale e di ricerca. All’interno, sarà possibile attivare borse di studio per i ricercatori e tirocini formativi con l’accademia e l’università di Bologna.
Il percorso artistico del Museo Ottocento Bologna
Collocato in Piazza San Michele a Bologna, si affaccia su Strada Maggiore, disponendosi lungo l’asse che collega il Museo internazionale e biblioteca della Musica, il Museo Davia Bargellini, Casa Morandi e il Museo Civico del Risorgimento.
La nuova istituzione è costituita da 12 sezioni espositive, disposte in 5 sale, con una collezione permanente di 85 opere divisa per nuclei tematici, tra dipinti a olio, acquerelli, disegni e bozzetti.
Il percorso inizia con l’approfondimento della pittura bolognese concepita nelle vaste sale delle Accademie. Troviamo all’interno le opere di Andrea Besteghi, Luigi Bazzani, Giovanni Paolo Bedini e Alfredo Savini. Si passa alla Pittura Pompeiana, presentata con Luigi Buzzani, che rappresentò Pompei nei suoi celebri acquerelli.
Più avanti segue la sala dedicata al contatto con la realtà circostante e al Naturalismo. All’interno spiccano le opere di Luigi Busi, Raffaele Faccioli, Luigi Bertelli, Alessandro Scorzoni e Flavio Bertelli.
A metà del percorso si trova la sezione della Belle Epoque presentata da capolavori ad olio di Marcello Dudovich e Augusto Majani, e quella dedicata all’ Orientalismo con le figure di Alberto e Fabio Fabbi.
La quarta sala approfondisce la stagione Simbolista con alcuni dei fondatori della Biennale di Venezia, quali Mario de Maria e Augusto Sezanne.
Alla fine del museo si trova il punto di arrivo della pittura bolognese dell’ottocento. Prima con il fenomeno dei secessionisti, come Alfredo Protti e Giovanni Romagnoli, poi con la sezione dei ritratti, rappresentata da Gino Marzocchi.
In conclusione, il Museo Ottocento Bologna rappresenta un’importante raccolta della pittura bolognese dell’ottocento, evidenziando il ruolo di Bologna come incubatore di esperienze nel passaggio verso il Novecento.
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