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MUSIC FOR KIDS.
La musica per bambini
non esiste

Molto spesso mi è capitato che amici, conoscenti o anche amici di amici si avvicinassero a me e pronunciassero la fatidica frase: «A Palè, perché non me fai ‘na cassettina?!». Non che la cosa sia capitata solo a me, intendiamoci. Molti di voi forse sono anche più esperti e più bravi del sottoscritto… E la cosa bellissima di creare le compilation è che puoi metterci qualcosa di te, quindi ognuna è una parte di te nel momento storico in cui la componi e anche una parte del tuo passato. A me personalmente è sempre piaciuto fare le compilation.
Non starò certo qui a spiegarvi come si creano, non sono così presuntuoso. Forse.

Volevo invece raccontarvi una cosa che mi è capitata qualche mese fa e di cui vado molto fiero.
Ho un figlio di 4 anni e mezzo che si chiama Teo e che come quasi tutti i bambini della sua età ha iniziato a frequentare suoi coetanei in un contesto sociale multiculturale e stimolante. Più semplicemente, va all’asilo e fortuna vuole che la maestra, per farli scatenare, spesso li faccia ballare con la musica appalla!
Un giorno la maestra, sapendo che lavoro con le note, mostrando la leggerezza che contraddistingue quelli che svolgono il suo lavoro, mi ha chiesto se potevo farle un cd dato che quelli che aveva erano un po’ vecchi.
Ve lo immaginate quante volte doveva aver sentito quella sequenza di musica da ballare per bambini? Ok, brivido!

Music for kids

Devo ammettere che la cosa mi è sembrata da subito molto stimolante, soprattutto perché non avevo mai pensato a una compilation per gente di quell’età e anche perché, dopo il brivido di cui sopra, c’ho dovuto pensare un attimo per capire quale potesse essere la strada giusta. Alla fine mi sono detto che, forse, la scelta dei grandi classici sarebbe stata quella più adatta: mi piaceva l’idea che i bambini avessero il ricordo di Back In Black degli AC/DC perché la ballavano all’asilo. Oltre agli AC/DC dentro ci ho messo anche roba che va dai Kinks ai Beatles, dagli Chic a David Bowie e neanche dopo due giorni ero a scuola, puntuale come non mi capitava dalle medie, con mio figlio per mano e il CD nell’altra.

Maestra: «Grazie.»
Paletta: «Ma figurati! Grazie a te che li fai scatenare.»
Fino a qui niente di speciale a parte il successo che ha riscosso tra i bambini, prima (che non mi aspettavo così eclatante), e tra i genitori, dopo. I secondi mi ringraziavano più che altro del fatto che almeno in macchina, grazie a quella compilation che i figli amavano, da quel momento avrebbero potuto ascoltare qualcosa di diverso rispetto a il coccodrillo come fa? (a una certa età, se non stai attento, i tuoi figli prendono il sopravvento sul controllo dello stereo della macchina, combattete con i coltelli tra i denti, siamo tutti con voi!). Quindi ho distribuito la playlist dei titoli a tutti i genitori, così se la suonano da Spotify o da dove vogliono loro.

A me è capitato solo una volta di osservare la classe di mio figlio dal vivo (mentre si scatenava con la musica) e devo dire che c’è più fomento lì che in un rave a San Francisco negli anni ’90.

Music for kids, creare una playlist

Io e Teo ascoltiamo sempre musica in macchina, dato che ci muoviamo insieme la mattina per andare all’asilo lui e al lavoro io. Ovviamente ci siamo sentiti anche noi quella playlist per giorni. Quando i bambini vanno in fissa per qualcosa, che sia un film, un libro o una canzone/compilation, parte la rota vera, se capite cosa intendo!
Per poterlo staccare da quel trip e cambiare colonna sonora in macchina, senza che lui fosse contrario, gli ho proposto di pensare insieme una nuova compilation per la sua classe e i suoi compagni.
È un trucco che ho sviluppato e perfezionato nel corso degli anni, lui cresce, diventa più furbo e tu perfezioni i trucchi per fargli ascoltare quello che vuoi tu, facendogli pensare che è quello che vuole sentire lui. La cosa affascinante è che, da semplice trucco per tornare ad ascoltare cose che interessano a me, si è trasformato in un nuova esperienza. Fare una lista di canzoni, metterle in ordine insieme a un’atra persona. Di solito ho sempre fatto le compilation da solo ed era proprio questo il bello. Non è una cosa difficile come montare un lampadario ad esempio, cosa che richiede l’aiuto di qualcuno, anche solo per reggere la scala. Le compilation le fai seguendo il tuo gusto e quello tuo soltanto.

Ho iniziato a fargli sentire qualcosa e gli chiedevo: «Questa la mettiamo nella compilation?»
E lui : «Sì!»
«E questa?»
E lui : «Sì!»
«Questa la mettiamo?»
E lui : «Sì!»
Fermi tutti! Così non andiamo da nessuna parte… Per ogni cosa che gli facevo sentire mi diceva sì e nel giro di una settimana avevamo fatto una lista di 40 brani.

No, non era quella la strada giusta! Pensavo che fosse in grado di scegliere cosa gli piaceva e cosa no, ma evidentemente avevo sopravvalutato la sua capacità di comunicarmelo chiaramente. I bambini a quell’età si eccitano con tutto ma ancora non conoscono bene la differenza tra quello che gli piace veramente e quello che gli piace perché sei tu che glielo proponi con entusiasmo. Ho deciso così di concentrarmi sulle reazioni che aveva lui ad ogni canzone che mettevo. È vero che non sanno ancora dirti chiaramente cosa mettere o non mettere in una compilation, ma la reazione che hanno è chiara come il mattino.
Così, guardando dallo specchietto retrovisore sbirciavo le sue reazioni ai vari pezzi e mi sono accorto che, ad esempio, andava fuori di testa quando in macchina partiva questa canzone qui…

Iniziava a muoversi come un serpente e diventava pazzo al break di percussioni che sta intorno al quarto minuto. Per lui questa era la canzone del serpente e così l’abbiamo chiamata. Ok, partiamo, questo è un buon inizio!
Chiaramente trattandosi di musica da ballare per bimbi di 4 anni ho evitato di proporgli se mettere o meno nella compilation Four Tet, o Kode9, anche se… Lasciamo perdere, va!
A volte capivo che la traccia funzionava perché al terzo ascolto già riusciva a cantare una parte del testo della canzone. Tipo per questa…

Sentirlo cantare: «…Mi sa che chiudono il locale eppure mi sento da Dio…» mi faceva ridere un casino mentre guidavo. Per tutta risposta lui era serissimo mentre la cantava, quasi come se avesse davvero capito quanto è importante doversi divertire.
Ad un certo punto dalle mie cose è partito Figh for Your Rights dei Beastie Boys ed è stata l’apoteosi. Ha iniziato a fare headbanging da solo, senza che lo avesse mai visto fare a nessuno, almeno per quello che ne so io. Non posso essere certo che le maestre non portino la classe di Teo ai concerti metal quando sono in orario di scuola.
È successa una cosa simile in macchina…

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Gli ho fatto sentire anche altre cose che non hanno avuto lo stesso successo in termini di reazioni. Una su tutte (che non vi dirò quale) ha fatto uscire dalla sua boccuccia innocente una frase che mi ha fatto piegare in due: «Papà questa musica non mi piace, questa è roba che piace solo a te!» In effetti il disco in questione non ha venduto molte copie. Anche lì ci aveva preso.
Tutto sommato devo dire che è venuta fuori una compilation coi fiocchi, adesso vedremo che effetto farà alla classe di mio figlio, genitori compresi.

Il punto però non è questo, la cosa che mi ha sorpreso di più è stato il fatto di capire che non esiste musica per bambini. Certo, nella compilation abbiamo messo anche la sigla del cartoon L’uomo tigre (che comunque è uno che «sa cos’è l’Amore») ma in generale ci sono pezzi vecchi, come Jumpin Jack Flash degli Stones, e pezzi nuovi, come Bjork e Omar Suleyman, pezzi facili facili come L’ultima Festa di Cosmo, e pezzi un po’ più complicati come Sastanàqqàm dei Tinariwen, pezzi dal suono latin come Candela di Buena Vista Social Club e pezzi reggae come You Don’t Love Me di Down Pen.

Tutte queste canzoni ho scoperto, grazie alle sue reazioni, che hanno un’anima capace di toccare le corde di persone di qualsiasi età e di qualsiasi cultura. Starò dicendo forse una cosa banale, ma è questa la vera forza dell’arte.

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