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My Lady Jane: riscrivere la storia (con un po’ di fantasia)

My Lady Jane

My Lady Jane è una serie Prime Video uscita quest’estate. Basata sull’omonimo romanzo, racconta con una chiave narrativa originale la storia di Lady Jane Grey, prima regina d’Inghilterra

Il suo regno fu drammaticamente breve, e per questo raramente è ricordata nei libri di storia. My Lady Jane reinterpreta la sua vicenda, trasportandola in un mondo diverso – in cui non manca un tocco di fantasy. 

Trama

XVI secolo. Jane Grey è giovane e ambiziosa. Appartiene a una nobile famiglia e ha avuto un’educazione raramente concessa alle donne. È determinata a non sposarsi, perché ha piani molto più ambiziosi. Appassionata di medicina, sta scrivendo «il primo compendio al mondo completo delle erbe medicinali inglesi e del loro utilizzo… testo, e disegni per chi non sa leggere».

Così Jane pensa di poter guadagnare la propria indipendenza. Ma tale sogno si scontra con la realtà: la madre – Lady Frances Grey – ha già combinato il suo matrimonio con Lord Guildford Dudley. La famiglia di Jane, alla morte del padre, è rimasta senza più alcuna ricchezza e, come le ricorda la madre, «la nostra ricchezza è il nostro sangue». Jane è infatti cugina diretta del re Edoardo VI e questo la rende un ottimo partito.

Da intellettuale ribelle quale è, Jane escogita una fuga, portando con sé la servitrice e amica Susannah. Una fuga breve però, dai risvolti inaspettati: quando gli uomini di Lady Frances fermano le ragazze, Susannah per scappare si trasforma in un falco. Nel mondo di My Lady Jane, infatti, alcune persone – chiamati “Etiani” – possono trasformarsi in animali.

Abitano in tutto il regno gli Etiani, ma sono perseguitati ed emarginati – nonostante re Edoardo abbia qualche remora. La trama si muove tra le peripezie di Jane e gli intrighi che contemporaneamente si svolgono a palazzo. Edoardo è infatti gravemente malato, e deve designare un erede. 

Thomas Seymour è in combutta con la sorella di Edoardo, la principessa Mary – che diventerà Mary la Sanguinaria, fortemente intenzionata a salire il più presto sul trono d’Inghilterra. Alcuni Etiani si aggirano nel castello del re, mentre altri incrociano il cammino di Jane, sempre più coinvolta, suo malgrado, con quello che succede a palazzo.

In tutto questo, la cosa più complessa che Jane si ritrova a dover affrontare è suo marito Guildford. Con lui Jane stabilisce un patto conveniente a entrambi: lei potrà essere libera e indipendente quando avrà trovato una cura per Guildford. Il giovane infatti confida nell’intelligenza di Jane per risolvere l’afflizione della sua vita: l’Etianesimo. Non come quello di tutti gli altri, però. Solo con il sorgere del sole Guildford si trasforma in un cavallo, e non ha controllo su tale trasformazione. La sua unica speranza sono la mente e la conoscenza di Jane.

Anche se Guildford in Jane finirà per trovare molto di più.

Tra desideri e cambiamenti

Jane e Guildford hanno in comune un profondo desiderio: quello di essere liberi

Jane ha una bella testa, ha un’ampia conoscenza di malattie e medicinali, ed è molto più brava del medico di corte – il Dr. Butts. Vuole usare la propria intelligenza per vivere una vita che sia solo sua. Guildford d’altronde non può avere una vita tutta sua finché è costretto a vivere sotto lo smacco di quella che lui ritiene una maledizione.

Entrambi contano l’uno sull’altro per realizzare questo desiderio. Eppure – quasi inevitabilmente – qualcos’altro si intrometterà nella loro ricerca di libertà. L’attrazione che li coglie fin dal primo sguardo, ma che entrambi cercano di negare a se stessi, pian piano evolverà, fino a trasformarsi in qualcosa di non più ignorabile: l’amore.

La voce fuori campo

Un tono irriverente e ironico accompagna tutta la storia di Lady Jane. Una voce fuori campo maschile – in inglese Oliver Chris, in italiano Franco Mannella – dà voce ai pensieri dei personaggi che si muovono sulla scena, conferendo alla serie un ritmo vivace

La voce narrante racchiude anche lo spirito umoristico con cui la serie è pensata. Spesso ci si ritrova a ridacchiare proprio per un commento fatto dal narratore, o a partecipare più empaticamente a un evento. Come se questa voce ad un certo punto non esprimesse solo i pensieri dei personaggi, ma anche di noi spettatori. 

Si crea così un ponte tra personaggi fittizi e spettatori. Un ponte su cui, tra l’altro, si ride parecchio.

La vera Lady Jane

La “vera” Lady Jane salì sul trono dopo la morte di Edoardo VI e vi rimase per soli nove giorni – dal 10 al 19 luglio 1553.

Anche questa Jane fu vittima degli intrighi di corte. Era una donna intelligente, sveglia e, come sottolineato nella serie, “rompiscatole”: non rimaneva al proprio posto, né si faceva dire come doveva comportarsi.

La voce narrante, all’inizio del primo episodio, ne parla così:

Intellettuale ribelle, discreta rompipalle e pedina della propria ambiziosa e nobile famiglia, Jane fu sposata senza il suo consenso e incoronata regina contro il suo volere. E, solo nove giorni dopo, fu marchiata come una traditrice e… perse la testa. 

Sarebbe potuta essere la leader che serviva all’Inghilterra, e invece la storia la ricorda come la damigella in pericolo. 

E se la storia fosse andata diversamente?

Con questa domanda inizia My Lady Jane, una serie pensata proprio per ribellarsi a questo finale tragico. Una riscrittura che non ha pretese di sostituire la realtà, ma di rendere giustizia a un personaggio storico che aveva da offrire più di quello che la vita le ha concesso.

Sommario

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