In un mondo dove le immagini spesso parlano più delle parole, Ombre – Not a Postcard ci invita a guardare oltre la superficie, ad esplorare le storie nascoste dietro i panorami da cartolina. Questa esposizione non è stata solo un viaggio visivo, ma un invito a riscoprire la complessità di Pitigliano e dei suoi abitanti, a percepire le sfumature che rendono ogni luogo unico.
Ombre – Not an introduction
Ombre – Not a Postcard. è il nome dell’esposizione fotografica tenutasi lo scorso Agosto a Pitigliano, paese Toscano di 3500 abitanti, nonché soggetto delle fotografie.
Avevo sempre vissuto questo borgo come luogo delle vacanze, perdendomi tra i suoi vicoli ed i classici paesaggi da Dolce Vita Italiana. Finché non ho avvertito la necessità di comprendere meglio i diversi livelli di lettura di cui iniziavo a percepire la presenza.
Ombre – Not a Research
L’approccio con cui ho sviluppato la mia analisi ha delle analogie con quella che è l’osservazione partecipante di Bronislaw Malinowski.
Ogni elemento può essere realmente compreso solamente all’interno di uno specifico sistema di valori che si trova all’interno del suo contesto socio-culturale. Per comprendere meglio le strutture psicosociali inscritte all’interno del testo urbano, ho cercato di rompere le mie categorie e liberarmi dai miei filtri culturali, pur rimanendo centrata sulla mia esperienza di vita.
Ombre – Not a Postcard
Immergendomi in quella dimensione, ho percepito che questi luoghi pittoreschi assumono un’altra luce se estratti dalla loro cornice-cartolina. Lo stesso scorcio visto con occhi diversi risveglia sensazioni diverse. Come la chiesa della Madonna delle Grazie gremita di macchine di turisti perché nel punto più panoramico, inquietantemente silenziosa sotto la pioggia di Febbraio.
Senza programmare alcuno scatto, ma semplicemente seguendo le mie sensazioni, sono finita per decostruire l’immagine da Dolce Vita che conoscevo.
Quei luoghi, abitati non solamente nei mesi estivi, brulicano di vite, luci, ombre contraddizioni. Ed essendo vivi, non possono essere esaustivamente intrappolati dai colori acquarellati di una cartolina.
Lo studio della Tufology Crew
L’esposizione si è svolta nello studio di registrazione di un gruppo hip-hop locale, la Tufology Crew: Daniel Ascone, Davide Ascone, Daniele Ciari, Gabriele Codoni, Alessandro Lumini. Effettivamente, non c’era luogo che avrei potuto sentire più adeguato visti tutti i momenti che vi ho trascorso.
Le cornici delle 26 fotografie, distribuite sui due piani del locale, sono state decorate da chiunque avesse voglia di contribuire. Non c’era una tecnica né uno stile predefinito. Oltre alle 6 cornici vere e proprie munite di passe-partout, le altre 20 sono state ricavate da diversi materiali, come pannelli in legno. All’esterno era posta una tela con del materiale per permettere ai visitatori di disegnare la propria ombra. Inoltre, all’interno erano acquistabili delle Not a Postcard, effettive cartoline.
Ombre – Not a Format
L’energia, gli sguardi e le riflessioni emersi da questa esperienza attestano la validità della mia intuizione iniziale. E hanno contribuito alla nascita di una nuova idea: rendere Not a Postcard. un format che può essere applicato su diversi testi urbani con differenti declinazioni.
Le ombre, simbolo di contrasti e di vita, ci ricordano che la bellezza risiede non solo nei momenti di luce, ma anche nelle pieghe di ciò che è invisibile ad uno sguardo distratto. Così, mentre ci allontaniamo da questa esperienza, portiamo con noi non solo immagini, ma anche una nuova consapevolezza: ogni luogo ha una storia da raccontare, ed ogni ombra è un invito a scoprire l’autenticità che si cela dietro le cartoline.