Questo San Valentino è uscito nelle sale Past Lives, un film che ha ricevuto 2 nomination ai premi Oscar, 5 nomination ai premi Golden Globe e 3 nomination ai premi BAFTA. Una potente storia di due vite che, pur cercandosi, non si sono mai vissute.
Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo trovati di fronte ad un bivio che racchiudeva un labirinto infinito di opportunità e di rinunce. E in quella scelta, tra proseguire dritto o deviare, ci siamo giocati la nostra esistenza e quella di chi ci sarebbe stato vicino. Ed è così che dopo degli anni ci si ritrova a riflettere su tutte quelle vite possibili che non si sono realizzate. Per poi domandarsi se la vita che stiamo vivendo sia quella giusta e come sarebbe cambiata se quel giorno avessimo preso una strada diversa.
Past Lives è proprio questo, un film che capita a tutti. Una realtà che va avanti attraverso due persone che si chiedono cosa sarebbe potuto essere e che, con onestà, rispondono che non lo sanno. E che dolore, quella risposta. Perché sarebbe tutto più semplice se sapessimo cosa perdiamo quando andiamo via.
Past lives: tra scelte e possibilità che si escludono
Il film racconta la storia di Nora e Hae Sung, due amici d’infanzia molto legati tra loro. I due vengono separati quando la famiglia di Nora decide di emigrare dalla Corea del Sud al Canada. Finiscono così col perdersi di vista, ma senza mai separarsi del tutto. Crescendo in America, Nora riesce a coronare il suo sogno di diventare scrittrice e si trasferisce a New York. Nel frattempo Hae Sung svolge la leva militare obbligatoria in Corea. Ventiquattro anni dopo, i due si incontrano e trascorrono insieme una settimana. Si ritrovano così a riflettere sul significato della loro connessione mentre le loro vite hanno preso strade diverse.
Il legame dei due protagonisti ruota attorno al concetto coreano dell’In-Yun, che significa Destino. Più precisamente è una sorta di connessione predestinata tra due persone, che le lega in maniera indissolubile. Il tutto a prescindere da ciò che può accadere nelle loro vite e indipendentemente dall’esistenza di un rapporto concreto.
Sliding doors che svaniscono
Quella tra Nora e Hae Sung non è una storia d’amore convenzionale. È un’interpretazione del sentimento completamente differente che non si concretizza mai in qualcosa di carnale. Eppure c’è, è evidente, è tangibile. È qualcosa di innato, di spontaneo, di naturale. Persino Arthur, il marito di Nora, lo capisce e comprende anche che sarebbe inutile cercare di opporvisi. Sa che Hae Sung non è solo l’amico coreano di Nora, ma il suo “what if”. E nella sua maturità, comprende di non essere il grande amore della vita della protagonista, bensì una persona che si è trovata nel posto giusto al momento giusto. Nonostante questo suo vivere al fianco di una donna spesso col cuore e la mente altrove, non smette mai di assecondarla e mettersi nei suoi panni. Ed è con la sua comprensione che ci insegna che il vero amore è anche questo. Non esigere, lasciare spazio e soprattutto avere grande rispetto per quello che provano gli altri. Uno degli aspetti più belli del film è che questi amori invece di sfidarsi e di diventare gelosamente distruttivi, decidono di rispettarsi e di convivere. Non senza dolore, sacrifici e rimorsi, ma nell’unica maniera possibile: con tempi, luoghi e modi diversi. Perché Nora e Hae Sung si sono amati e si ameranno in mille altre vite, ma non in questa.
Forse il finale lascia un po’ con l’amaro in bocca coloro che nelle altre vite non credono. Tuttavia, la vita è fatta di occasioni e non sempre si ottiene ciò per cui si è predestinati, ma semplicemente quello che ci viene offerto. Past Lives è forse uno delle opere cinematografiche più delicate, intense e intimiste mai realizzate. Sicuramente un film che provoca riflessioni. Per chi ha ancora voglia di riflettere.