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“Il problema dei tre corpi” e la geniale comunicazione Netflix

il problema dei tre corpi

Il problema dei tre corpi è una delle ultime serie rilasciate da Netflix. Ispirata al primo romanzo della trilogia Memoria del passato della Terra dell’autore cinese Liu Cixin, è tra le serie più viste della piattaforma. 

A cosa è dovuto il suo successo? Il problema dei tre corpi ha colpito il pubblico ancor prima di essere visto: per promuovere la serie Netflix ha infatti usato una strategia di comunicazione molto particolare. E soprattutto molto efficiente.

La trama

Cosa faresti se avessi la possibilità di contattare gli alieni? 

La giovane scienziata Ye Wenjie non ha dubbi: entrare in contatto con gli extraterrestri è l’unico modo per salvare l’umanità da se stessa. D’altronde Ye Wenjie vive nella Cina della Rivoluzione Culturale e ha visto con i propri occhi gli orrori di cui è capace l’uomo. La sua è una scelta dettata dalla sofferenza, destinata a generare altra sofferenza. 

Quando infatti la storia si sposta dalla Cina degli anni ’60 alla Gran Bretagna dei giorni nostri, scopriamo che nel mondo sta avvenendo un inquietante fenomeno. Gli scienziati si stanno suicidando, uno dopo l’altro, senza alcuna spiegazione. Da qui cominceremo a seguire le vicende di cinque scienziati, legati dal loro lavoro e dall’amicizia. Tra fenomeni straordinariamente inspiegabili e realtà virtuali estremamente reali, i protagonisti dovranno ricostruire una storia che inizia molto lontano e che ha come destinazione il futuro dell’umanità.

Strategie di comunicazione Netflix

Prima di entrare nello specifico della comunicazione adottata per Il problema dei tre corpi, vediamo come già in passato Netflix ha utilizzato strategie di comunicazione fuori dagli schemi per il lancio delle sue serie televisive.

Ormai da tempo Netflix ha sperimentato l’invasione dello spazio urbano come metodo di promozione dei suoi prodotti. Lo ha fatto, in particolare, ricorrendo al Guerrilla Marketing.

  • Casa di carta

Per la terza stagione de La casa di carta, in diverse città italiane sono comparsi manichini vestiti con la tipica tuta rossa e la maschera di Dalí, che osservavano i passanti dentro teche di vetro su cui capeggiava una scritta – in cui variava solo il nome della città: «Torino è dei nostri. O forse no

  • Sex Education

Per promuovere l’ultima stagione di Sex Education, Netflix è ricorsa alla CGI. La serie aveva già conquistato il grande pubblico, ma con questa iniziativa ha raggiunto ancora più persone. Sui social infatti è stato diffuso il video di un gigantesco – ma virtuale – condom rosa calato sull’obelisco di Buenos Aires.

  • Stranger Things

Anche Stranger Things non aveva bisogno di presentazioni. E dunque anche qui Netflix ha deciso di dare il maglio di sé, invadendo le strade cittadine con poster squarciati, cabine telefoniche rotte e autobus che sembrano sottosopra.

“Il problema dei tre corpi”: l’invasione della realtà

Dulcis in fundo, arriviamo alla promozione de Il problema dei tre corpi

La strategia di comunicazione applicata in questo caso si può definire fuori dagli schemi, ma soprattutto fuori dagli schermi. La finzione della storia raccontata nella serie ha infatti sconfinato nella realtà.

In tutto il mondo, su maxi schermi urbani e pannelli informativi è apparsa una scritta:

Siete insetti

Una frase spiazzante, che attira inevitabilmente l’attenzione. E fa interrogare le persone, che quando vanno a cercare spiegazioni si imbattono nella serie Netflix, finendo così per incuriosirsi – e perché no, scegliendo di darci un’occhiata la sera stessa.

Questa strategia di comunicazione è particolarmente efficiente per due motivi:

  • cattura l’attenzione nell’ambiente sovrastimolato della città;
  • fa sentire le persone coinvolte in prima persona.

Netflix dà vita a un mondo di confine, perché la realtà immaginaria de Il problema dei tre corpi invade letteralmente il reale. Ogni limite tra reale e finzione è spazzato via da una semplice operazione di marketing – che diventa così molto più di questo.

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