Secondo il giornalista e conduttore Rai Giorgio Zanchini: “L’effetto più evidente dell’incontro tra radio e rete (…) riguarda il rapporto tra chi parla e chi ascolta. La socializzazione, la partecipazione, la social radio” (La Radio Nella Rete, Sag-gine, 2017, pag. 42). Con il radicale cambiamento del rapporto tra conduttore e pubblico e tra redazione e ascoltatori, sta progressivamente mutando la funzione verticale della radio tradizionalmente fondata su un dialogo asimmetrico (Byung Chul Han, Nello Sciame. Visioni del digitale, Nottetempo, 2015). Quest’ultimo sta lasciando il posto a una generale frammentazione dei palinsesti e alla selezione di contenuti in grado di fare leva sulla capacità di engagement attraverso i social e di partecipazione con i nuovi strumenti di community.
Scandagliando l’ampio panorama delle web radio italiane ci si imbatte in modelli di broadcasting molto diversi, all’interno dei quali spesso si fatica a trovare un approccio identitario chiaro e definito mentre i contenuti veicolati on demand, attraverso i podcast, soffrono un rischio di diluizione in un flusso talvolta troppo omnicomprensivo.
Radio Raheem è una web radio con sede a Milano, nata soltanto pochi mesi fa ma che sta già riscuotendo particolare attenzione tanto da essere considerata un piccolo caso radiofonico di successo. Nell’epoca della radio della disattenzione, infatti, Raheem è riuscita a mettere insieme le passioni e i background comuni dei suoi project manager. Un concept in grado di bilanciare, con equilibrio, streaming audio-video e contenuti e un approccio local volto a captare quello che di creativo e di culturale accade nella città con un occhio di riguardo al clubbing e alla DJ culture. Nell’intenzione dei suoi fondatori, Raheem vuole essere una radio testimone del presente affacciata sulla strada e aperta a tutti, proprio come un laboratorio in continua evoluzione.
Ho avuto il piacere di incontrare, a Milano, Diego Montinaro, direttore artistico di Radio Raheem e di Santeria Social Club nonché DJ e produttore musicale con diversi progetti tra cui Parker Madicine, Jazz Madicine e Microspasmi (storico duo hip hop italiano).
Una web radio capace di riempire un vuoto
Radio Raheem “broadcasting from Milano with a cosmic perspective” è un claim ambizioso e forse già una dichiarazione di intenti; come lo spiegheresti a chi ancora non vi conosce?
«Tutto è nato un anno e mezzo fa. L’idea l’ha avuta Marco Aimo, ex discografico (Spingo! & Cooperative Music) e tra le persone più centrali nella discografia indipendente in Italia: lui ha esteso la proposta a una serie di persone all’interno delle quali ci sono anch’io, Diego Montinaro, direttore artistico e dj/produttore già da tempo attivo sulla scena deep house, broken beat e Detroit techno. Poi ci sono Ambrogio Ferrario, appassionato di musica e DJing, oggi manager per un importante brand di streaming, Paco Salvini che ha un’agenzia di comunicazione ed è proprietario del locale dove abbiamo il nostro studio (in Via Corsico, nella zona dei Navigli a Milano), Michele Rho, regista televisivo e cinematografico, e Giacomo Colombo, ex managing director di un’importante società di design e comunicazione. Un gruppo, quindi, piuttosto eterogeneo. La prima cosa che ci ha mosso è che, pur essendoci tantissime realtà di radio web interessanti e rispettate, abbiamo creduto che un gruppo cosi vario e multi esperienziale potesse sviluppare un progetto diverso da quelli già esistenti, partendo da Milano per proiettarsi oltre.»
Raheem è una piattaforma di scoperta musicale dove ognuno di voi ha messo le proprie skill, non necessariamente musicali ma anche manageriali o comunque artistiche e creative…
«Sì, ovviamente l’unione fa la forza. Ognuno si è ritagliato, in modo molto naturale, la sua area di competenza e di lavoro all’interno della radio. Io curando la parte artistica, Marco è di fatto il motore di tutto e il collante, il nostro ‘Presidente’ (ride, ndr), Michele si occupa non solo della parte legata all’immagine video ma anche, con me, della programmazione ‘contenutistica parlata’. Giacomo ha un’ottima visione d’insieme, grazie a una carriera da managing director alle spalle… Poi c’è il plus di essere in Via Corsico a Milano, strada molto ‘centrale’ per la città.
La scintilla è stata semplicemente: che figata, la radio ci è sempre piaciuta, siamo tutti appassionati di musica e arte, buttiamoci in questa avventura e poi vediamo cosa succede…»
Una radio laboratorio per chi ha qualcosa da comunicare
Possiamo dire che Raheem vuole essere una radio-laboratorio non convenzionale che ha scelto di essere una radio di strada e ambire a essere un punto di riferimento della scena musicale milanese che ruota intorno al clubbing?
«L’idea è che la cosa possa essere vista come un laboratorio, un contenitore. Non quindi una radio dove puoi trovare solo gente che sa mettere i dischi o persone brave come speaker. Ti faccio un esempio: Luca Barcellona non è un DJ, è uno dei più famosi calligrafi del mondo e viene da un passato nel mondo dell’hip hop. Ha una grande cultura musicale e gli abbiamo chiesto di fare un mensile dove lui potesse selezionare quel che gli piaceva, di raccontare una storia, la sua storia, fatta di colonne sonore italiane di b-side movie piuttosto che rarità brasiliane che ha nella sua personale collezione di dischi. Non è quindi un DJ per noi bensì un contributor, una persona che ha qualcosa da raccontarci. Questo per spiegarti che a noi interessano le persone che hanno qualcosa da trasmettere che non significa necessariamente fare un mixaggio perfetto e essere un speaker professionista, spesso il genio lo ritrovi nei suoi errori.
Non è necessario muoverti come fa Justin Timberlake per catturare il pubblico, basta avere quello sguardo ipnotico, quel gesto, quella mossa…»
L’equilibrio di Raheem si basa su molta musica e poche parole, contenuti che sono immediatamente fruibili anche grazie allo streaming video, senza necessità di appesantire o essere troppo impegnati ma con la voglia di incuriosire…
«Raheem per noi è un tool che puoi utilizzare decidendo di ascoltare lavorando e mandando mail oppure avvicinandosi alle trasmissioni di contenuto (come ad esempio “Non si scherza più” condotta da Andrea Girolami) prestando più attenzione alle interviste e ai temi trattati con gli ospiti. Non vuole essere ridondante e autoreferenziale, e tanto meno vuole sostituirsi ad altri media di approfondimento. Vuole essere un tool tagliente ma allo stesso tempo fresco e fruibile a tutti.»
Radio, club e festival: connessioni fondamentali per testimoniare una scena
Raheem è una radio aperta, un laboratorio di idee. Questo attrae energie creative che provengono spesso dal clubbing e inevitabilmente si legano alla scena dei festival che anche in Italia sta conoscendo un momento positivo. Come peraltro dimostra la vostra partnership con Linecheck, il festival e music meeting ideato da Elita a Milano.
«Da quando abbiamo iniziato sembrano passati tre anni, in realtà siamo partiti con grande spontaneità a metà marzo poi la cosa ci è esplosa tra le mani… E adesso siamo già partner di Linecheck che è il nostro terzo festival con cui abbiamo collaborato, dopo Terraforma e The Italian Wave/Club2Club a Torino.
Linecheck è un music meeting e festival interessantissimo e ben prodotto. Le persone che stanno dietro l’organizzazione sono amici e collaboratori di lunga data quindi per noi è stato un piacere personale e professionale collaborare con loro come media partner. Gli ospiti che interverranno da noi sono molti e vi invito a seguirli e, se siete a Milano, ad andare a vedere le loro performance.»
Progetti, nuove collaborazioni e anticipazioni
Ci puoi anticipare altre partnership e progetti in arrivo sui quali state lavorando come Radio Raheem?
«Ci sono diverse cose in ballo. Ti posso segnalare che l’11 dicembre porteremo a Raheem il celebre critico musicale Simon Reynolds: sarà ospite in studio (dalle 11 alle 13) per parlare del suo nuovo libro edito per Minimum Fax. Poi lo porteremo a Santeria Social Club, dove farà un talk aperto al pubblico che sarà trasmesso live sui canali video di Raheem e di Santeria Social Club. Il 17 dicembre, avremo ospite Michael Lavine, fotografo americano famoso per gli scatti con Nirvana, Notorious Big, Beastie Boys tra gli altri, che sarà in Italia in occasione della sua mostra ‘Kurt Cobain 50’, sponsorizzata da Gas Jeans, inaugurata il 13 dicembre presso la Galleria Ono Arte Contemporanea di Bologna. Sono in fase di definizione altre cose, che non ti posso anticipare ma che sveleremo un po’ alla volta…»
Come hai ricordato sei anche direttore artistico di Santeria Social Club: qual è la relazione tra Raheem e Santeria e tra Raheem e gli altri club della scena milanese?
«Stanno nascendo delle naturali sinergie ovviamente e questo credo che sia sempre qualcosa di positivo. È successo ad esempio un paio di settimane fa per il concerto a Santeria del duo Binker & Moses: c’è stata la possibilità di averli ospiti in radio per 30 minuti di live in diretta video, il pomeriggio stesso, e di promuovere il concerto che avrebbero fatto la sera stessa a Santeria. Idem per Simon Reynolds e sicuramente replicheremo in altre occasioni a venire. Ulteriori collaborazioni per portare gli ospiti delle serate e dei concerti milanesi in radio stanno nascendo con importanti locali della città, come ad esempio l’Apollo, Macao, il Dude. Stiamo creando tra noi e queste realtà, tra loro diverse nella particolarità, una rete di cui Raheem è felice di poter essere un connettore tra tutte.»
Diego Montinaro, direttore artistico e anche produttore musicale
Parliamo di Diego Montinaro come produttore in ambito musicale e discografico. Vorrei chiederti qualche anticipazione dei progetti sui quali stai lavorando come producer in ambito elettronico e se riesci a conciliarli con i tuoi impegni per Raheem e Santeria.
«Non so come faccio ma ci riesco e credo anche abbastanza bene (anche se forse dovrebbero dirlo gli altri (ride, ndr): come Parker Madicine, a maggio è uscita una release su Heist Recordings di Amsterdam, l’etichetta di Detroit Swindle, a dicembre esce un remix mio di Alma Negra e Detroit Swindle, remixeranno me e tra una decina di giorni esce il doppio vinile (il digitale già lo trovate) di Jazz Madicine su Local Talk Sweden che sta avendo ottimi feedback e ha già ricevuto un 5/5 da Gilles Peterson. Il 7 dicembre è già confermato un live di Jazz Madicine allo Urban Music Club di Perugia e, qualche giorno fa, abbiamo registrato una sessione al Red Bull Studio Mobile di Milano, insomma tanta carne al fuoco…»