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Sassolini

Sapete, quando vi entra nella scarpa una piccola scheggia di pietra che vi fa penare come un demonio e non vedete l’ora di poterla levare di lì.

Ecco, qualche sassolino, nel settore della comunicazione, l’ho anch’io e voglio togliermi il fastidio.

Parto con due sassolini che non hanno nessun rapporto tra di loro: il primo sono i jeans strappati.
Il secondo è una brutta trasmissione radiofonica.

Nell’ordine: è un segno di cattivo gusto, davvero inaccettabile, spendere almeno il triplo di quello che servirebbe per acquistare un paio di pantaloni borchiati e farli sembrare molto usati e molto rotti, come quelli dei poveri che non possono permettersi di evitarlo.
É una presa in giro che dovrebbe far riflettere tutti quelli che li indossano.

So che la moda ha uno strapotere che nessun super-eroe possiede.

Mi chiedo, però, se arriveremo anche a comprare, magari proposto da qualche intraprendente web influencer che la venderà a carissimo prezzo, una colonia alla cipolla da mettere sotto le ascelle per essere più che credibili nel ruolo di persone indigenti.

Secondo sassolino: Radio 24 è una emittente prestigiosa di proprietà al 100% di Confindustria, impostata su di un palinsesto eccellente, con professionisti competenti nel campo dell’economia, ma non solo, anche della musica, del costume, con storici di grido, uomini di scienza credibili e giornalisti eccellenti (per la verità non tutti).

Veniamo al punto: ottiene il maggior ascolto con una rubrica volgare, sboccata, zeppa di chiacchiere da bettola di periferia, condotta da uno strafottente Giuseppe Cruciani che ritiene che la libertà di espressione debba necessariamente prevedere la volgarità e il pressappochismo.

Mi riferisco a La Zanzara, rubrica a suo tempo voluta dal direttore Giuseppe Saltalmassi, che forse auspicava una replica delle sue fortunate rubriche radiofoniche come Zapping e Helsapopping.

Nonostante la presenza di un David Parenzo (che altrove riesce a trovare toni e spazi a lui più adeguati) la soffocante conduzione di Cruciani non lascia scampo.
Chi interviene in trasmissione può solo essere interrotto, maltrattato, preso a male parole…

Certo, se ha un grande ascolto, la responsabilità è di chi la segue.

Io, di tanto in tanto mi sintonizzo sulla stazione, che seguo durante il giorno, per cercare di capire se in qualche aspetto quella rubrica migliora, se cerca di rivedersi, di ritornare una trasmissione che abbia la dignità che si meriterebbe in quell’ottimo palinsesto.

Ma, devo sempre fuggire sorpreso e disgustato, ogni volta.

Confindustria, sebbene in crisi rispetto ai suoi momenti d’oro, meriterebbe di più.

Ma, la legge dell’audience, non guarda in faccia a nessuno.

Certo, basta cambiare stazione. V’invito a farlo.

Mi dispiace per la radio, non intendo solo Radio 24, ma la radio intesa come Mezzo, la quale ha una storia che richiederebbe meno inutile volgarità.

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