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Simplicity and elegance, curiosity and nerditude. L’arte di Mosne

mosne

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Mosne aka Paolo Tesei rappresenta una delle punte di diamante del web design italiano. Collabora dal 2011 con Bake Agency. Ha realizzato il nostro sito istituzionale che si è meritato la segnalazione dei CSS Awards Design 2012. La sua abilità grafica, il suo raffinato immaginario visivo trovano un solido consolidamento nella conoscenza del codice e della programmazione.

Un punto di forza tecnico ma anche poetico visto che “code is poetry”, come si suol dire… anche il codice può essere poesia. Il web design è una galassia in continua espansione e seguendo anche le intuizioni dei grandi nomi che ne hanno determinato questa evoluzione è impossibile non notare come a definirlo sia stata proprio la sinergia tra intuizione grafica e competenze tecniche.

Un esempio su tutti risalendo al 1999, anno di millenarismo e speranza ma anche di plug-in come flash che nella sua famigerata versione 5 mostrò tutta la sua potenza nell’immaginifico Praystation di Joshua Davis. Oggi che l’esperienza e le potenzialità di Flash sono rientrate all’ovile lasciando il pascolo a Javascript e alle numerose varianti framework basate su questo linguaggio, la meraviglia delllo stato del web attuale è giocata oltre che sulla grafica su territori ben codificati e sul controllo del layout da parte dei fogli di stile. CSS 3 in rappresentazione, html 5 in strutturazione.

Effetti, transizioni, animazioni, il codice matematico al servizio dell’arte, lo stato dell’arte. Glossy o Matte? Fino ad oggi plasticose e traslucide le grafiche hanno accarezzato e lusingato il nostro sguardo distratto. Il glossy, il lucidalabbra del web,  si è trasferito – aggiungerei e per fortuna – e ha ceduto il passo ad un grafica a tinte piatte più morbide. Oggi si parla cromaticamente di “matte” senza per questo perdere la testa. Palette cromatiche meno aggressive e un processo di minimale raffinamento. La carriera di Paolo inizia nel 1998 quando giovanissimo inizia a muovere i primi passi a Lacab di Roma e sviluppando proprio da questa esperienza tutta la passione per le nuove tecnologie. Oggi a confronto con il responsive design, orientamento che traduce sui differenti dispositivi le intuizioni grafiche e il layout progettuale, permettendo una comune esperienza indipendentemente dal device, Mosne, padroneggia tutti i tools a disposizione cercando un prezioso equilibrio e conquistando una rara eleganza attraverso intuizioni grafiche ed effetti di animazione. Premi, riconoscimenti , segnalazioni e pubblicazioni segnano il successo del suo percorso che oggi lo vede in quel di Parigi, freelance o collaboratore irrinunciabile (vedi agenzia francese We We).

Tra i suoi lavori più prestigiosi, uno su tutti quello realizzato per la Fondazione Cartier. Il suo sito web, un portfolio personale in cui si traducono alla perfezione i suoi principi ispirativi ci conduce attraverso un percorso nel quale la navigazione e il naufragio sono del tutto piacevoli e irrinunciabili. L’interazione al potere e l’esperienza d’uso studiata e progettata fin nei minimi termini rappresentano le chiavi di un successo che fortunatamente gli è riconosciuto e grazie al quale continua a raccogliere vive soddisfazioni.

Mos..ne

Quando avevo quindici anni cercavo sul dizionario questo mosne che stava in questa frase di cicerone e non riuscivo a trovarlo e poi ho scoperto che era il mos + ne che era inclitico e l’ho tenuto come nickname cyberpunk.

Da cosa nasce cosa

Al liceo ho partecipato ad un progetto interdisciplinare realizzato in collaborazione con le biblioteche di Roma che toccava differenti aree: fotografia, poesia, multimedia. Qui sono entrato in contatto con lo studio Lacab di Vittorio Pellegrineschi. Lacab, già all’epoca, rappresentava  l’avanguardia del Web. In occasione di quel progetto i nostri esperimenti venivano messi online.Tutto quello che producevamo da studenti veniva messo online da loro. Ci hanno offerto la possibilità di visitare il loro laboratorio e da lì siamo diventati amici. Così ho iniziato ad avvicinarmi alla grafica e alla programmazione.

Bene Comm..unity!

Ho fatto degli studi al Politecnico di Milano in Ergonomia e Interaction design. La mia tesi di laurea aveva come argomento il rapporto tra Interaction Design e Community. Con un approccio sociologico sulle community prima che nascesse Facebook avevo sviluppato un forum dove condividevamo tra amici i file e ci organizzavamo per incontrarci… più o meno era quello che oggi è diventato Pinterest. All’inizio era una progetto per un tipo di community chiusa, non aperta a tutti. Quindi mi chiedevo che cosa l’aveva reso di successo e il modo in cui interagivano. La tesi ha sviluppato la versione due di questa piattaforma e ho studiato come le persone lo utilizzavano e perché lo usavano quotidianamente. Avevo fatto questo studio sui gruppi d’interesse e sul rapporto personale che si può sviluppare sui social network, i vari gradi di affezione che poi portano le persone a comunicare in forma virtuale.

Web’s The Party?

Il web lo stiamo costruendo adesso non è come la grafica che ha una sua storia, anche se breve, alle sue spalle. Il web è un linguaggio che si sta formando ora e anche il sito migliore è quello che farà domani e non quello che è stato già fatto. Essendo qualcosa di estremamente dinamico e sempre contemporaneo non puoi pensare a qualcuno come un genio o un mentore. Non vedo nessuno neanche mi viene in mente un nome che possa ritenere una vera e propria ispirazione.

Caged/Uncaged

Come tutti i processi creativi i vincoli stimolano la creatività perché mettendo dei paletti uno deve riuscire a fare il lavoro tenendo conto della variabili messe in gioco dal sistema quindi in realtà il gioco è anche più stimolante. La libertà assoluta non c’è mai neanche nella grafica a stampa dove i limiti possono essere imposti dal formato, ad esempio. I limiti nel web sono diversi. Il poter occuparsi della programmazione ti permette di sapere in anticipo quello che puoi o non puoi fare e quindi saper programmare non è tanto un limite quanto un’opportunità. Io svluppo siti anche per altri grafici quindi sono io ad indicargli ciò che si può fare o non è ergonomico e sono io che metto dei limiti al loro design ma poi penso che con le mie critiche aumento la qualità della user experience e quindi il progetto se è migliore è più utilizzabile. I limiti credo siano necessari da questo punto di vista.

Processing…

Il processo parte da una definizione del problema cui segue una di ricerca di quello che è stato già fatto da altri e che quindi può essere perfezionato. La verifica inizia sviluppando dei prototipi che vengono testati, messi a punto fino a portare a termine le premesse progettuali.

Per esempio…

Il lavoro che ho fatto per lo studio FM per il sito Valore Italia, Experience Italy. Un sito con il quale abbiamo vinto l’argento all’European Design Award del 2008 che è un sito unico nel suo genere e molto stimolante. Per metà era fatto in Second Life e insieme a un altro team abbiamo ricostruito tutto l’Eur in maniera virtuale. Abbiamo fatto grafica applicata all’architettura realizzando uno spazio virtuale. A questa fase del progetto ha fatto seguito la realizzazione di un Museo virtuale sempre dentro Second Life basato sul fatto che puoi volare o essere teletrasportato da una sala all’altra. Completavano il progetto due siti di presentazione di Valore Italia, di cui all’epoca era presidente Umberto Croppi.

Web For The Masses?

Dove stiamo miagolando? Dalla tendenza degli ultimi anni sembra che ci siano strumenti sempre più semplici per il web utili a creare nuove forme d’interazione. Penso in particolare a quelle cross-platform che funzionano su tutti i device unificandone l’esperienza e penso che sarà ancora più semplice sviluppare visto che le utility che stanno uscendo sono sempre più integrate e con una buona base anche grafica. Il mio mestiere credo che sarà più alla portata di tutti e questo mi renderà disoccupato… La qualità come al solito farà la differenza.

 

Luca Perini | Bake Agency

 

 

 

 

 

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