Tour Paris 13 è la più grande mostra collettiva di street art mai realizzata, articolata in oltre 4500 metri quadri di superficie in un palazzo destinato alla demolizione del tredicesimo arrondissment: un edificio di nove piani situato in uno dei quartieri più dinamici di Parigi, tra la Bibliotheque Nationale de France e la nuove Cite de la Mode et du Design che sarà abbattuto il 31 ottobre, alla conclusione dell’esibizione temporanea, per lasciare il posto al progetto di rimodernizzazione dell’area urbana.
Ad occuparsi di reinventare in senso fisico ed estetico i 36 appartamenti, molti dei quali ancora arredati, del fatiscente building scelto come originale location di questo esperimento di trasformazione urbana, oltre 100 artisti, molti dei quali emergenti, selezionati da aree sempre più attive nella scena internazionale della street art come l’America Latina, i paesi mediorientali e, in Europa, Portogallo e Italia.
La sfida lanciata da Mehdj Ben Cheikh, direttore del prestigioso network creativo Galerie Itinerrance, è stato raccolto da Le Grand Jeu, un agenzia parigina specializzata nella curatela su scala europea di progetti di street art con particolare attenzione alla scena italiana: nessuno sponsor nè finanziamenti pubblici, soltanto una torre pericolante, uno “spazio bianco” inteso come zona urbana in disuso, da reinventare come museo temporaneo e allo stesso tempo globale, innovativo strumento di riqualificazione culturale, sociale ed economica.
In questo contesto è nato Il Piano, la sezione dedicata alla street art nazionale curata da Le Grand Jeu, in cui compaiono le opere di alcuni artisti che rappresentano la diversità e le tendenze della scena nazionale. Come ha dichiarato in una recente intervista Christian Omodeo, direttore artistico dell’agenzia, per quest’esposizione è stata concessa ad ogni artista massima libertà, minimizzando allo stesso tempo i costi grazie all’utilizzo di uno spazio destinato alla distruzione dove è stato possibile realizzare interventi neanche lontanamente immaginabili in uno spazio museale.
Sono ben 15 gli street artist chiamati a firmare le opere de Il Piano, ridisegnando la funzione degli appartamenti e delle stanze vuote con stencil, graffiti e illustrazioni, risultato anche del riuso e del riciclo degli arredi degli appartamenti abbandonati e degli elementi architettonici del palazzo: tra questi Hogre, Agostino Iacurci, Senso, MP5 e Orticanoodles. Per valorizzare il lavoro e l’identità visiva dei singoli interventi realizzati in questa insolita galleria, le opere degli artisti sono state suddivise all’interno di 4 appartamenti, nel tentativo di declinare le diverse anime e generazioni della street art italiana: dai graffiti alla stencil art, passando per il post-graffiti e le correnti stilistiche più contemporanee contaminate dai codici figurativi dell’illustrazione.
In piena coerenza con la spirito spontaneo e indipendente del movimento artistico che intende promuovere e sostenere, Le Grand Jeu ha fornito ad ogni artista il necessario supporto logistico ed economico, lasciando totale autonomia nella scelta dei temi, delle opere e delle tecniche realizzative, rinunciando a qualsiasi forma di sponsorizzazione e, quindi, di possibile condizionamento delle scelte artistiche.