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TECNICHE DI CREATIVITA’.
La sinettica di Gordon

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La Synectics, o sinettica di Gordon, è una tecnica per lo sviluppo del pensiero creativo nell’ambito della soluzione dei problemi elaborata nel 1961 da Williams J.J. Gordon. Il significato di sinettica ha origine dalla radice greca che significa unione di elementi diversi. E’ allo stesso tempo una teoria e un metodo. Si basa su due principi contrapposti:

  • Rendere familiare ciò che è estraneo,
  • Rendere insolito ciò che è familiare.

Nelle sedute di sinettica, suddivise in nove fasi e realizzate con la guida di un esperto, si affronta la soluzione di un problema evitando di precipitarsi a trovare subito la soluzione. Si cerca di portare la mente molto lontano dall’apparente soluzione grazie all’uso di diversi tipi di analogie. Il nostro istinto, infatti, ci porterebbe a cercare subito la soluzione grazie alle conoscenze di cui disponiamo, quindi in modo piuttosto tradizionale e poco innovativo.

Gestire una seduta di sinettica non è facile: richiede esperienza e la presenza di persone adatte allo scopo, duttili, creative e in grado di accettare il gioco metaforico. Vediamo insieme quali sono le 9 fasi del processo della sinettica.

Le fasi della sinettica di Gordon

Ecco l’elenco completo delle nove fasi che compongono la tecnica di Gordon, un approccio altamente efficace per stimolare la creatività e affrontare con successo i problemi.

  1. Presentazione del problema: Viene esposto il problema da affrontare.
  2. Brainstorming iniziale: Si liberano le prime idee che vengono in mente utilizzando una sessione classica di brainstorming.
  3. Ridiscussione del problema: Il gruppo discute nuovamente il problema e lo riformula sulla base delle idee emerse.
  4. Ricerca di analogie: Si cercano analogie con altri settori, come la natura o la scienza.
  5. Approfondimento dell’analogia scelta: Viene selezionata un’analogia e viene esplorata in dettaglio attraverso identificazioni personali.
  6. Creazione di “analogie stravolgenti”: Gli spunti selezionati vengono sintetizzati in “analogie stravolgenti”, utilizzando dicotomie fantasiose e frasi inconsuete per spingere la mente verso nuovi orizzonti.
  7. Analogie dirette: Si stabiliscono connessioni dirette tra l’analogia e il problema di partenza.
  8. Connessione forzata: Si forza una connessione tra l’analogia e il problema originale.
  9. Proposta di soluzione: Si arriva alla fase finale, in cui vengono formulate le proposte di soluzione.

Ognuna di queste fasi svolge un ruolo specifico nel processo e contribuisce a generare idee innovative e soluzioni concrete. Andiamo ora ad esplorare in modo più dettagliato le varie fasi.

Nella fase Uno, viene posto il problema da affrontare. È il punto di partenza in cui si identifica chiaramente quale questione o ostacolo si intende risolvere. Successivamente, nella fase Due, si utilizza la tecnica del Brainstorming per liberare la mente dalle prime idee che vengono in mente. Questo permette di superare le soluzioni ovvie o prevedibili e aprirsi a nuove possibilità.

Una volta svuotata la mente dalle prime soluzioni, si passa alla fase Tre, in cui si utilizza un’analogia personale. Ogni partecipante viene invitato a identificarsi personalmente con il problema o con i suoi elementi, ponendosi la domanda: “E se io fossi…?” Questa tecnica crea una fusione immaginaria tra la persona e l’oggetto o la situazione in questione, consentendo di esplorare i sentimenti, i pensieri e i modi di agire relativi a ogni caso.

La fase Quattro introduce l’analogia diretta. Qui si stabiliscono diverse tipologie di comparazioni tra fatti, conoscenze, tecnologie, oggetti e organismi che presentano una certa similitudine. Questo permette di ampliare l’orizzonte di osservazione e trovare nuove connessioni.

La fase Cinque si concentra sull’analogia simbolica. Attraverso l’uso di frasi paradossali e ossimori che mettono in contrapposizione illogica concetti e immagini, si apre un campo di discussioni e suggerimenti inediti. La fase Sei, invece, si avventura nell’analogia fantastica, in cui si permette alla fantasia di fluire liberamente. Questo processo genera soluzioni immaginarie che potrebbero sembrare al di fuori delle possibilità reali, ma che possono effettivamente condurre a risposte concrete e realizzabili.

Passando alla fase Sette, si ritorna all’analogia personale, ma questa volta i membri del gruppo sono invitati a identificarsi in prima persona con l’oggetto del problema. Questo aiuta a superare freni psicologici e a esplorare nuovi punti di vista. Nella fase Otto, si attiva una connessione forzata con il problema di partenza, cercando di trovare legami anche tra elementi apparentemente distanti.

Infine, arriviamo alla fase Nove, in cui si giunge alla proposta di soluzione. Dopo aver attraversato tutte le fasi precedenti, si arriva a una risposta concreta e adeguata al problema originario.

È importante sottolineare che le fasi più complesse della tecnica di Gordon sono quelle relative alle analogie. Nell’analogia diretta, ad esempio, si cerca di mettere il problema in relazione con “mondi” diversi, come il mondo vegetale, minerale, animale, elettronico, meccanico e così via. Nell’analogia simbolica, invece, si esplora il mondo delle immagini, dei simboli, dei miti e delle favole per cercare nuove prospettive.

Infine, nell’analogia fantastica si invita il gruppo dei partecipanti a immergersi in situazioni di fantasia, discutendo e condividendo ciò che immaginano, vedono e sentono. È fondamentale sottolineare che queste fasi richiedono un gruppo adatto e una buona interazione tra i partecipanti per ottenere i migliori risultati dalla tecnica di Gordon.

Esempio di sinettica per stimolare la creatività: i fari delle auto

Un esperimento ha dimostrato che anche in natura, per esempio con le api e con le mosche, accade un fenomeno simile a quello delle sedute di sinettica. Se mettiamo in una bottiglia delle mosche e delle api e poniamo la bottiglia in posizione orizzontale, con il fondo rivolto verso una finestra, noteremo che le api cercheranno ostinatamente la via di uscita in direzione della finestra, senza successo, mentre le mosche, agitandosi in tutte le direzioni, troveranno la via d’uscita attraverso il collo della bottiglia. Tutte le fasi basate sulle analogie servono a farci agire come delle mosche, non come delle api.

Vediamo in pratica, mediante l’analisi di alcune sedute, come si attua la sinettica di Gordon.

Mettiamo che nel primo caso, alla Fase 1 venga analizzato problema dell’imbrattamento dei fari delle auto. Si cerca una soluzione innovativa. Nella Fase 2 si raccolgono le prime proposte: ognuno propone quello che gli viene in mente. Chi dice di non viaggiare quando è cattivo tempo, chi propone di mettere dei tergicristalli sui fari, chi propone altre soluzioni fantasiose… si documenta il tutto sulla lavagna, senza criticare nessuna delle proposte. Si passa alla Fase 3: il problema viene riformulato accogliendo il concetto che non si devono pulire i fari quando sono già imbrattati (come avviene con i tergicristalli per fanali) ma si deve evitare che siano sporcati. Con la Fase 4 si passa alla ricerca di un’analogia diretta, che di solito viene cercata nella natura, in quanto un campo noto a tutti. Si domanda al gruppo: “Dove, in natura, avviene una costante rimozione di strati superficiali?” Le risposte indicano: quando piove (la pioggia lava le strade e i vetri), quando c’è vento, nel corso tumultuoso dei fiumi, ecc.

Nella Fase 5 il conduttore della seduta sceglie di approfondire uno degli aspetti citati, quello del vento. Applicando la ricerca di un’analogia personale domanda: “Come vi sentite nelle vesti del vento?” I partecipanti, dopo essersi calati nella parte, raccontano le loro sensazioni: “Mi sono sentito libero…” “Io strappavo via ogni cosa..” “Io mi intrecciavo con i fili d’erba…” ecc.

Nella Fase 6 della sinettica si ricerca l’analogia simbolica: si creano degli accostamenti forzati tra alcuni concetti, agendo sugli ossimori: se si prende il termine libertà, questo sarà accostato al suo contrario, che è la limitazione: si avrà quindi “libertà/limitata”. Una forma di libertà/limitata è una “blanda coercizione”. Pertanto nella Fase 7 si ricerca una seconda analogia diretta nel campo, poniamo, della tecnica. La domanda sarà pertanto: “Dove, nella tecnica, troviamo una coercizione blanda?” Si risponde: nell’aliante, in una lametta da barba, in un freno…

gordon sinettica

Ecco che con la Fase 8 si analizza l’analogia diretta: il gruppo elenca le caratteristiche e i principi di funzionamento dell’aliante (sfrutta il vento, le ali e il timone funzionano grazie al vento, mantenendo il velivolo in volo, ecc.). Con la Fase 9 si presenta la connessione forzata con il problema posto all’inizio.

Quale nesso esiste tra un aliante e un fanale?

Ecco spuntare le nuove idee: la forma del fanale potrebbe sfruttare il vento per pulire la superficie e far sì che non si imbratti. Nasce l’idea di un fanale con superficie conica (per non offrire allo sporco nessuna superficie d’attacco) oppure un fanale che in corsa sfrutta il vento per sviluppare sulla superficie un cuscinetto d’aria sul quale le particelle di sporco non possono aderire.

È evidente che se chiediamo alla nostra mente di “andare lontano” senza alcun supporto, risulta un compito difficile. Tuttavia, se utilizziamo degli artifici come analogie, metafore e ossimori per “spostare” la nostra mente, il compito diventa più agevole e stimolante.

Esempio di sinettica per risolvere i problemi: il thermos

Consideriamo un secondo esempio: dobbiamo progettare un thermos che non utilizzi il tradizionale tappo di sughero (facilmente smarribile, soggetto a deterioramento, non privo di odori, ecc.).

Attraverso una sessione di brainstorming, ci liberiamo delle prime soluzioni che ci vengono in mente (ad esempio, collegare il tappo con una catenella o realizzarlo in plastica). Successivamente, riformuliamo correttamente il problema: il thermos deve garantire una chiusura ermetica senza la presenza di un tappo che potrebbe andare perso.

Per trovare una soluzione innovativa, ci ispiriamo all’idea di chiusura presente nella natura, e viene proposto l’esempio dell’occhio che si apre e si chiude continuamente. Chiediamo ai partecipanti di identificarsi con un occhio e di immaginare cosa potrebbero essere se fossero di metallo. Uno dei partecipanti suggerisce: “Il diaframma di una macchina fotografica!

Ora, ci interrogiamo su cosa potrebbe comportare un diaframma metallico. Rendiamo conto che si consumerebbe e si arrugginirebbe a contatto con i liquidi. Pertanto, cerchiamo un materiale che eviti l’usura e la ruggine: la gomma o la plastica alimentare potrebbero essere valide opzioni.

Arriviamo quindi a un’idea di connessione tra un diaframma di plastica e la chiusura del thermos. Immaginiamo di creare una ghiera di plastica che possa essere aperta e chiusa mediante una torsione, simile a quanto si fa con i palloncini gonfiabili. Ecco la soluzione trovata: non si tratta di un tappo che può essere smarrito, ma di una chiusura ermetica perfetta.

In questo modo, abbiamo utilizzato la tecnica di Gordon per stimolare la creatività e risolvere il problema in modo innovativo. Spostando la nostra mente attraverso analogie e connessioni, siamo giunti a una soluzione originale e funzionale per il thermos.

Esempio di sinettica: i cocci dei piattelli

Infine, vi racconto un interessante caso su un campo da tiro al piattello situato accanto a un campo da golf. Sfortunatamente, i cocci dei piattelli sparati finivano sul green del campo da golf, dando fastidio alle macchine falciatrici che non riuscivano a operare correttamente. Una situazione davvero complicata!

Tuttavia, durante la fase di analogia personale nella metodologia di Gordon, uno dei partecipanti ha pensato “Se fossi un coccio, vorrei sciogliermi come neve al sole, scomparire”.

Spinti da questa idea, hanno pensato di sostituire i piattelli di argilla con piattelli di ghiaccio. Una volta sparati e poi rotti a terra, questi piattelli di ghiaccio si sarebbero sciolti gradualmente grazie ai raggi solari, senza lasciare traccia di cocci fastidiosi sul green.

Un’idea semplice, ma geniale! Questa soluzione avrebbe risolto il problema dei cocci sul campo da golf in modo naturale, consentendo alle macchine falciatrici di operare senza ostacoli.

La sinettica è un’arma potente: se non è molto applicata è solo perché non è facile condurla correttamente. Allenandosi, però, e con un gruppo adatto, si possono produrre soluzioni di grande efficacia.

Vuoi imparare come sviluppare una mente creativa e generare idee brillanti? Lasciati ispirare dal nostro articolo Imparare ad essere creativi che ti guiderà passo dopo passo nel mondo della creatività.

Cover: Giulia Antonicelli

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