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UNSEEN.
Guardare l’invisibile

Unseen, l’annuale fiera di fotografia internazionale torna ad Amsterdam dal 23 al 25 settembre. Dopo l’edizione passata, che ha accolto più di 20.000 visitatori internazionali, l’edizione di quest’anno proporrà ancora una top list di oltre 50 gallerie e gli ultimi lavori di oltre 150 artisti, più un ricco programma.

Unseen non è una semplice fiera, ma anche un festival, e inizierà già dal 16 a Spaarndammerbuurt, zona molto underground di Amsterdam e che comprenderà un gran numero di mostre e altre attività. L’obiettivo degli organizzatori, infatti, è “fare uno sforzo non solo per far conoscere ai visitatori le varie aree della città, ma anche per abituare gli abitanti del quartiere scelto ad apprezzare la fotografia contemporanea di tutto il mondo”.

Poi, i tre giorni di fiera, che coinvolgeranno molte gallerie e centinaia di artisti, illumineranno i visitatori sulle novità della fotografia contemporanea così come daranno visibilità ai lavori sia di artisti affermati che emergenti. Fedele allo spirito di inclusione che ha caratterizzato le precedenti edizioni non mancherà il Living Room, un’area in cui incontrarsi e dialogare e che darà la possibilità a tutti di scambiare due chiacchiere con il fotografo che ammiriamo o con il gallerista che vorremmo diventare.

Diamo un’occhiata agli artisti presenti in questa edizione, esplorando i diversi stili e approcci all’utilizzo della fotografia.

La coppia spagnola Anna Cabrera and Angel Albarrán utilizza la fotografia come “specchio della mente”.  Gli esseri umani sono parte della realtà in cui vivono, sono gli occhi del nostro universo. Il nostro sistema sensoriale traduce il mondo fisico nel regno della mente. Le informazioni ricevute vengono reinterpretate, creando la nostra personale percezione del mondo.

Il norvegese Lars Morell (dalla galleria Cinnamon di Rotterdam) individua il punto in cui il linguaggio visivo del ventesimo secolo incontra l’approccio analitico dell’arte contemporanea. Molti dei suoi materiali si riferiscono ad alcuni “trucchi”, come ad esempio uno utilizzato dai fratelli Lumière, la fotografia spiritica e vari tipi di “illusioni”considerate al tempo rivoluzionarie.

L’artista giapponese Mari Katayama ha entrambe le gambe amputate. Lei stessa di definisce un “granchio”. Continua ad osservare le altre persone al fine di colmare il divario tra il suo corpo “anormale” e un corpo “normale”. Ha rielaborato il suo handicap attraverso l’arte, e attraverso di esso interpreta le persone e la società attraverso l’arte dei suoi autoritratti.

Maya Rochat è un’artista multidisciplinare, che lavora nel campo della fotografia, collage e l’installazione. Lavorare con diversi mezzi e materiali, il suo uso di metodi anacronistici riflette una preoccupazione con il mestiere, introducendo la mano dell’artista in un mezzo di solito associato alla riproduzione meccanica. Pertanto, il suo lavoro forma una vasta rete di immagini intrecciate cui energia disturba i nostri codici abituali di interpretazione e percezione.

Per seguire tutte le novità e scoprire maggiori informazioni a proposito dell’evento, Unseen è anche un magazine che racconterà le ultime innovazioni nel settore con saggi e articoli scritti da esperti di fotografia e curatori, ma anche da collezionisti. Insomma, un appuntamento da non mancare per godersi un bellissimo autunno ad Amsterdam, sentire l’atmosfera della città e magari scattare qualche foto, oltre a soddisfare la propria sete di arte contemporanea.

Per maggiori informazioni unseenamsterdam.com

Cover image: Unseen Photo Fair 2015 © Tsuyoshi Yamada

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